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| | Filosofia: le domande che ci interrogano | |
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Autore | Messaggio |
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lol
Messaggi : 173 Data d'iscrizione : 14.10.11
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Lun Ott 17, 2011 1:32 pm | |
| Bene, non vedo l'ora che arrivi quel momento allora Ale...cavolo ci vuole un bel salotto culturale, ma pure a Parco 2 Giugno...comunque - Citazione :
- Io vorrei provare a rilanciare la domanda in altro modo: quali sono i sensi della vostra vita? Ne avete uno soltanto? O molteplici e vari?
Feldia io credo che oltre al concetto della vita che va vissuta che mi da una completezza abbastanza generica alle domande che sorgono spontanee sul suo senso, credo che i motivi principali che danno risposta a questa domanda sono 3: -Aiutare chi è in difficoltà (Non voglio apparire un santone o roba del genere, ma credo che sia una regola, oltre che morale e di connivenza civile, di rispetto reciproco; "Dirò la mia opinione, ma darei la vita perché tu possa dire la tua!") -Riuscire ad esprimermi (Suonando, scrivendo, gridando, manifestando e quant'altro serva da tramite per poter emanare il mio pensiero) -Cercare di raggiungere i miei obiettivi (Che siano scolastici, lavorativi, spirituali o extracorporei) | |
| | | Kalle Domkvist
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| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Lun Ott 17, 2011 6:14 pm | |
| In primis rispondo alla prima domanda. Il senso della vita dell'uomo è quello di sfamare le zanzare. Solo dopo esserci accertati di aver adempiuto a questo compito (tra l'altro molto complicato) possiamo pensare ad altre questioni, sicuramente di secondaria importanza. L'uomo vive per vivere? Può essere, in fondo qual è il senso della vita di un qualunque altro animale? Dare sfogo alle valvole evolutive? Equilibrare un ecosistema? Sopravvivere il più a lungo possibile? Se vista da questo punto di vista, la questione appare molto semplice. Ma l'uomo purtroppo ha un cervello più complesso di quello di un vivente random, e un giorno, risolto il problema della sovrappopolazione delle tigri dai denti a sciabola, si è chiesto :"E mò?". Non vorrei risultare nichilista, ma secondo me cercare nel metafisico o comunque nel non sensibile il senso della vita e/o la felicità è inutile e addirittura dannoso. La vita è quella che abbiamo, punto. Purtroppo la ricerca ossessiva di risposte che, in quanto essere finito e limitato, l'uomo non può ottenere porta a due strade: la costruzione di una realtà, magari anche sensata ma frutto di immaginazione, che soddisfi i bisogni dell'animo (sul modello di Platone, Aristotele e le Religioni) oppure la pazzia. Atteniamoci ai fatti. L'Uomo (in quanto specie) anche se avesse avuto un senso nel mondo l'avrebbe travisato centinaia di anni fa. L'essere umano (in quanto individuo) nella mia personalissima visione del mondo altro non ha da fare che comportarsi come un qualunque altro animale: nascere, nutrirsi, crescere, continuare la specie e infine morire, diventare polvere ed essere dimenticato (che brutta immagine). MA, dato che anche una minuscola (ma neanche tanto) parte di me vorrebbe qualcosa di più, direi che il senso che sto cercando di dare alla mia vita, e credo che molti vorrebbero o dovrebbero fare la stesa cosa, è molto semplicemente lasciare il mondo in uno stato migliore di quello in cui l'ho trovato, o almeno non peggiore.
Chiudo dicendo che, secondo me, una Realtà superiore a quella umana o una Verità assoluta esistono, ma che non ha senso basare la propria vita sulla ricerca di una risposta che non potrà mai arrivare. Però vivere con questa consapevolezza e non ricercarle sembra una contraddizione in termini. E' da un po' che ci penso, e continuo a chiedermi: "Ma perché l'uomo non può accontentarsi di quello che ha, che sente, che vede? Perché persino io cerco una risposta più 'alta'? E' semplicemente paura della morte o, più in generale, dell'ignoto o è l'avvertire questa Verità vicino a noi?"
Aiutatemi, quando penso a queste cose il treno non sembra una cattiva idea D:
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| | | Star.
Messaggi : 1270 Data d'iscrizione : 28.09.11
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Lun Ott 17, 2011 6:42 pm | |
| - Citazione :
- E' da un po' che ci penso, e continuo a chiedermi: "Ma perché l'uomo non può accontentarsi di quello che ha, che sente, che vede? Perché persino io cerco una risposta più 'alta'?
L'uomo vuole puntare sempre più in alto perchè è cosciente, sà che può farcela. E' bene accontentarsi nella vita, ma è molto meglio saper ricavare altro da quest'ultima! Forse il mio concetto sembra un po' quello del: "tutto è possibile", però questo è davvero quello che penso. Se si hanno le opportunità, se hai le potenzialità, perchè non richiedere altro dalla vita? | |
| | | SocratesIII
Messaggi : 217 Data d'iscrizione : 28.09.11 Località : Entro me stesso!
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 18, 2011 1:06 pm | |
| Sapevo che Ale avrebbe preso parti del mio discorso e le avrebbe smontate pezzo per pezzo, argomentando il tutto. E di questo lo ringrazio. Le differenze aiutano, sempre! Io comunque, se permetti Ale, rimango delle mie idee, ossia affermando che la Verità è raggiungibile attraverso i nostri strumenti..e come potrebbe essere altrimenti??...allora veramente si sfocerebbe in una contraddizione cartesiana di questo tipo: "poichè i sensi "a volte" ingannano, allora dubito di tutto"...questo innanzitutto è riduzionistico, ma cosa ancor peggiore, è controproducente.. Per quanto riguarda i saperi...ragazzi, che vi devo dire? Quelli sono e ci dobbiamo tenere...ora non penso sia più possibile trovare un nuovo sapere che raggiunga la Verità..ma anche se fosse, quali domande si dovrebbe porre questo nuovo sapere? O almeno, quali si dovrebbe porre che altri saperi non si siano già posti? La filosofia è stata molto chiara nella sua definizione di sapere..cosa studia? Tutto! Da quale punto di vista? Dal punto di vista dell'intero! Ma allora, qualunque altro punto di vista (fisica:quantità) darà risposte riguardo quell'intero, quello e nessun altro. P.S. Spero di aver messo chiarezza filosofica nell'argomento ragazzi... Appare tuttavia logico ed umano accogliere le calorose perorazioni di Ale, che nel limite del possibile, anela ad una utopia, una bella utopia...Ale, te l'ho sempre detto: Sei oltre! ahahah | |
| | | lol
Messaggi : 173 Data d'iscrizione : 14.10.11
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 18, 2011 1:15 pm | |
| - Kalle Domkvist ha scritto:
- E' da un po' che ci penso, e continuo a chiedermi: "Ma perché l'uomo non può accontentarsi di quello che ha, che sente, che vede? Perché persino io cerco una risposta più 'alta'? E' semplicemente paura della morte o, più in generale, dell'ignoto o è l'avvertire questa Verità vicino a noi?"
Non credi che sarebbe triste accontentarsi e far finta di non volere qualcosa di più?...La vita è anche questa...andare avanti, spingersi oltre! Non c'entra la paura della morte, ma il voler sapere per curiosità...per aver coscenza..secondo me, naturalmente! | |
| | | Anna Chiara
Messaggi : 3 Data d'iscrizione : 18.10.11 Età : 28 Località : Parma
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 18, 2011 4:20 pm | |
| qual è il senso della nostra vita? e dell'intero universo? perchè respiriamo, e amiamo, e viviamo? Perché abbiamo il costante, immutato, bisogno immaturo di innamorarci spesso? Da cosa siamo comandati? Siamo burattini, fili di un teatro che si muovono seguendo qualcosa di già scelto? Abbiamo un'anima? E cos'è questo niente, questo senso d'irrealizzazione che per il mondo vagar ci fa come cavalieri pazzi? E la felicità, cos'è? da cosa esattamente siamo costruiti, quale la molla, l'ingranaggio segreto-che ci fa correre all'inseguimento di qualcosa d'indistinto all'orizzonte, ciò per il quale lottiamo e combattiamo e non siamo disposti ad arrenderci? Perché a volte ci innamoriamo, cos'è che proviamo, come si evolve la nostra natura nell'amare e innamorandosi, e ancora, e ancora?
"le risposte rendono saggi, ma le domande rendono umani" (Montand) | |
| | | Camilla
Messaggi : 7 Data d'iscrizione : 18.10.11 Età : 29 Località : Torre del Greco, Napoli
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 18, 2011 6:14 pm | |
| - Anna Chiara ha scritto:
- qual è il senso della nostra vita? e dell'intero universo?
perchè respiriamo, e amiamo, e viviamo? Perché abbiamo il costante, immutato, bisogno immaturo di innamorarci spesso? Da cosa siamo comandati? Siamo burattini, fili di un teatro che si muovono seguendo qualcosa di già scelto? Abbiamo un'anima? E cos'è questo niente, questo senso d'irrealizzazione che per il mondo vagar ci fa come cavalieri pazzi? E la felicità, cos'è? da cosa esattamente siamo costruiti, quale la molla, l'ingranaggio segreto-che ci fa correre all'inseguimento di qualcosa d'indistinto all'orizzonte, ciò per il quale lottiamo e combattiamo e non siamo disposti ad arrenderci? Perché a volte ci innamoriamo, cos'è che proviamo, come si evolve la nostra natura nell'amare e innamorandosi, e ancora, e ancora?
"le risposte rendono saggi, ma le domande rendono umani" (Montand) Io credo che l'indole dell'essere umano di innamorarsi ancora, ancora e ancora sia dovuto al bisogno di trovare qualcuno che ci faccia sentire come noi vogliamo sentirci, di farci conoscere emozioni che da soli non potremmo mai provare. L'uomo, volente o nolente, sente la necessità di trovare quel qualcuno che completi il suo essere, che lo renda finito, compiuto. In altre parole, è in costante ricerca dell'altra metà della mela. E forse è questo uno dei nostri più grandi problemi. Dovremmo imparare a vivere, a stare bene e ad essere felici, anche in assoluta solitudine. Puntare sulle nostre forze e non cercare il sostegno e l'approvazione di altri. | |
| | | SocratesIII
Messaggi : 217 Data d'iscrizione : 28.09.11 Località : Entro me stesso!
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 18, 2011 7:19 pm | |
| - Camilla ha scritto:
- Anna Chiara ha scritto:
- qual è il senso della nostra vita? e dell'intero universo?
perchè respiriamo, e amiamo, e viviamo? Perché abbiamo il costante, immutato, bisogno immaturo di innamorarci spesso? Da cosa siamo comandati? Siamo burattini, fili di un teatro che si muovono seguendo qualcosa di già scelto? Abbiamo un'anima? E cos'è questo niente, questo senso d'irrealizzazione che per il mondo vagar ci fa come cavalieri pazzi? E la felicità, cos'è? da cosa esattamente siamo costruiti, quale la molla, l'ingranaggio segreto-che ci fa correre all'inseguimento di qualcosa d'indistinto all'orizzonte, ciò per il quale lottiamo e combattiamo e non siamo disposti ad arrenderci? Perché a volte ci innamoriamo, cos'è che proviamo, come si evolve la nostra natura nell'amare e innamorandosi, e ancora, e ancora?
"le risposte rendono saggi, ma le domande rendono umani" (Montand) Io credo che l'indole dell'essere umano di innamorarsi ancora, ancora e ancora sia dovuto al bisogno di trovare qualcuno che ci faccia sentire come noi vogliamo sentirci, di farci conoscere emozioni che da soli non potremmo mai provare. L'uomo, volente o nolente, sente la necessità di trovare quel qualcuno che completi il suo essere, che lo renda finito, compiuto. In altre parole, è in costante ricerca dell'altra metà della mela. E forse è questo uno dei nostri più grandi problemi. Dovremmo imparare a vivere, a stare bene e ad essere felici, anche in assoluta solitudine. Puntare sulle nostre forze e non cercare il sostegno e l'approvazione di altri. Impassibili e stoici...bastiamo a noi stessi, in atteggiamento di autarcheia...soli, tutti terribilmente soli. Ognuno per se e Dio per tutti! Visione un po' dura ma assolutamente condivisibile credo. Se va bene a noi poi, non vedo problemi. Personalmente, a volte ci provo. Anzi, ci convivo. Ma l'altra strada mi appare migliore. Spero di percorrerla presto. Sicuramente è da provare. Poi chissà! | |
| | | Deneb D.
Messaggi : 1362 Data d'iscrizione : 13.10.11 Età : 30 Località : Valenzano (BA)
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 18, 2011 7:28 pm | |
| Partendo dal presupposto che ESISTA UN SENSO DELLA VITA, e prescindendo dalla filosofia democritea secondo la quale l'universo è solo un accumulo di atomi insensato, senza alcun scopo alcuno. Personalmente, penso che il senso della vita sia VIVERE, al meglio, sfruttando ogni possibilità di accrescimento interiore, cercando di imparare tutto, di dialogare con il mondo, per sentirci parte di esso. Il senso dell'esistenza per me è sempre stato rendere felice il prossimo, confidando in Dio, che insieme alla mia famiglia mi aiuta a compiere le giuste scelte. Dio è un cardine di ciò che sono, perchè la maggior parte di ciò che faccio, è filtrata dalla sua parola e insegnamenti.. Ma qui, si apre tutto un altro aspetto, la religione, i dogmi, la fede in qualcosa che non si può vedere. Non bisogna cercare in maniera esasperante, un senso della propria vita, ma bisogna solo attenderlo, con pazienza, perchè magari non è ancora giunto il tempo giusto, oppure il senso della vita lo abbiamo già raggiunto, solo che, semplicemente, non ce ne siamo accorti. | |
| | | Star.
Messaggi : 1270 Data d'iscrizione : 28.09.11
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 18, 2011 7:35 pm | |
| - Deneb D. ha scritto:
- Partendo dal presupposto che ESISTA UN SENSO DELLA VITA, e prescindendo dalla filosofia democritea secondo la quale l'universo è solo un accumulo di atomi insensato, senza alcun scopo alcuno.
Personalmente, penso che il senso della vita sia VIVERE, al meglio, sfruttando ogni possibilità di accrescimento interiore, cercando di imparare tutto, di dialogare con il mondo, per sentirci parte di esso. Il senso dell'esistenza per me è sempre stato rendere felice il prossimo, confidando in Dio, che insieme alla mia famiglia mi aiuta a compiere le giuste scelte. Dio è un cardine di ciò che sono, perchè la maggior parte di ciò che faccio, è filtrata dalla sua parola e insegnamenti.. Ma qui, si apre tutto un altro aspetto, la religione, i dogmi, la fede in qualcosa che non si può vedere. Non bisogna cercare in maniera esasperante, un senso della propria vita, ma bisogna solo attenderlo, con pazienza, perchè magari non è ancora giunto il tempo giusto, oppure il senso della vita lo abbiamo già raggiunto, solo che, semplicemente, non ce ne siamo accorti. Beh, io penso che, comunque, a quest'età, un senso a tutto ciò che facciamo c'è... non credo bisogna attendere... perchè è qualcosa che è dentro te e non può venir all'improvviso... magari, come hai precisato tu, è nascosto... magari, non ci facciamo caso... però, dentro ognuno di noi c'è... bisogna scavare dentro sè stessi... però, io, personalmente, non credo che a quest'età non si abbia ancora un senso... I sensi della nostra vita, se ci ragioniamo, possono essere anche gli obiettivi! Se io, una volta compiuti gli studi, vorrei fare una determinata professione, beh, è già un obiettivo superato e quindi quello precedentemente era il senso della mia vita: svolgere quella determinata cosa... Non so se mi sono spiegata bene | |
| | | SocratesIII
Messaggi : 217 Data d'iscrizione : 28.09.11 Località : Entro me stesso!
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 18, 2011 8:02 pm | |
| Io però vorrei le considerazioni di un certa persona...*addita il capo della S.P.I.A...* | |
| | | Hari Seldon
Messaggi : 51 Data d'iscrizione : 28.09.11 Età : 29 Località : Le Alte Sfere
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mer Ott 19, 2011 10:45 am | |
| - Leo Vita ha scritto:
- Bene, non vedo l'ora che arrivi quel momento allora Ale...cavolo ci vuole un bel salotto culturale, ma pure a Parco 2 Giugno...
Ovvio, a Parco due giugno o anche in giro per la provincia... noi finalisti pugliesi dell'anno scorso giriamo in lungo e in largo il territorio Magari se riusciamo a beccarci su facebook, Leo, ne parliamo lì - SocratesIII ha scritto:
- Io comunque, se permetti Ale, rimango delle mie idee, ossia affermando che la Verità è raggiungibile attraverso i nostri strumenti..e come potrebbe essere altrimenti??
Potrebbe essere altrettanto vero che non sia raggiungibile attraverso i nostri strumenti. Oppure che non esista proprio una Verità in sé. Ma tu stai prendendo questo discorso, nuovamente, in modo estremamente metafisico e, ponendo il problema in questi termini, come sempre non potrai ottenere risposte sufficienti. E' nel dubbio tutto ciò che non può essere provato sperimentalmente, direi. La semplice speculazione filosofica non ti fa inquadrare Verità. Prendi Aristotele: presentava una logica prettamente metafisica e speculativa, e compiendo la cosiddetta "intuizione" umana (basata sugli strumenti logico-razionali, non sperimentali che aveva) che tu hai tacitamente sottolineato... che cosa arrivò a dire? Che l'intero universo era mosso dall'Amore, da corpi celesti oggetto d'Amore omaggiati da tutti gli altri che descrivevano orbite attorno a loro in 47 o 55 sfere celesti. Oggi cosa sappiamo? Che i miliardi di stelle della Via Lattea girano tutte attorno ad un buco nero centrale super-massiccio che, prima o poi, causerà la distruzione di tutta la galassia (ma tanto noi non ci saremo, quindi...). Insomma, andiamoci piano con le "intuizioni" razionali geniali... soprattutto quelle troppo positive mi sono sempre puzzate di illusione umana soddisfacente i bisogni psicologici dell'individuo, illusione radicata nel tempo così profondamente nell'Essere da essere poi sempre scambiata per Realtà. (La Terra al centro dell'universo è solo un esempio di una radicata convinzione che coinvolse l'uomo per secoli, per poi essere abbattuta, ovviamente, dalla scienza) - SocratesIII ha scritto:
- ...allora veramente si sfocerebbe in una contraddizione cartesiana di questo tipo: "poichè i sensi "a volte" ingannano, allora dubito di tutto"
Ovviamente, Flà, io dubito di tutto ciò che sia discutibile, perché essendo discutibile, significa che non si tratta di Verità coincidente con la Realtà e quindi ovvia. Dubito della stessa natura dei miei dubbi, perché essi sono frutto di una razionalità non sperimentale e puramente speculativa, quindi potrebbero essere delle bolle di sapone. Sì, si viene a creare un paradosso, o un circolo vizioso, come ti pare. Dubitare di dubbi. Ma questo avviene con il ragionamento metafisico su cui, perciò, non bisogna fare affidamento. L'unica realtà di cui non dubito è quella sensibile, ciò che è. L'acqua bolle a 100°C. La Vita esiste, e tutto ciò che è collegato alla Vita (amicizia, amore, passione) c'è. I sensi non ingannano... non volevo dire questo, amico. I sensi funzionano benone, alla stragrande maggioranza della gente. La mente, ovvero lo strumento di rielaborazione dei dati percepiti dai sensi, inganna. - SocratesIII ha scritto:
- ...questo innanzitutto è riduzionistico, ma cosa ancor peggiore, è controproducente..
No, semplicemente effettua uno spostamento di produttività dal piano sterile metafisico a quello fertile reale. - SocratesIII ha scritto:
- Appare tuttavia logico ed umano accogliere le calorose perorazioni di Ale, che nel limite del possibile, anela ad una utopia...Ale, te l'ho sempre detto: Sei oltre! ahahah
Mmm... ci sono un bel po' di persone "oltre" qui dentro | |
| | | Deneb D.
Messaggi : 1362 Data d'iscrizione : 13.10.11 Età : 30 Località : Valenzano (BA)
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mer Ott 19, 2011 10:59 am | |
| Insomma, andiamoci piano con le "intuizioni" geniali, soprattutto con quelle troppo positive. Molto spesso esse sono frutto di un'auto-illusione soddisfacente i bisogni dell'uomo, così radicata nell'Essere da essere scambiata per Realtà. (La Terra al centro dell'universo è solo un esempio di una radicata convinzione che coinvolse l'uomo per secoli...)
Su questo hai perfettamente ragione, ma ci tengo a precisare, che anche coloro che hanno tentato di dare una visione oggettiva della realtà, spesso non ci sono riusciti. Prendiamo Francis Bakon: lui parla di Idola Tribus, Idola Specus, di pregiudizi che ci danno una percezione del mondo diversa da quella reale, modificando ciò che ci circonda a seconda delle esigenze.. Eppure egli stesso, nonostante condanni l'induzione aristotelica, rimane irretito in un linguaggio metafisico, ragionando su essenze e forme, materie dell'essere.. Si avverte il bisogno di un linguaggio matematico, universale, razionale, che non possa essere contradetto, così che le intuizioni geniali, possano essere dimostrate e non siamo solo il risultato di una percezione effimera ed illusoria della nostra mente.. Galileo darà ampia dimostrazione di questo, e tutt'ora, il nostro mondo funziona così, prescindendo dall'esperienza, e procenedo per gradi, così da poter definire con esatezza, gli assiomi generali di un determinato evento. | |
| | | lol
Messaggi : 173 Data d'iscrizione : 14.10.11
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mer Ott 19, 2011 12:45 pm | |
| - Hari Seldon ha scritto:
- Leo Vita ha scritto:
- Bene, non vedo l'ora che arrivi quel momento allora Ale...cavolo ci vuole un bel salotto culturale, ma pure a Parco 2 Giugno...
Ovvio, a Parco due giugno o anche in giro per la provincia... noi finalisti pugliesi dell'anno scorso giriamo in lungo e in largo il territorio Magari se riusciamo a beccarci su facebook, Leo, ne parliamo lì
- SocratesIII ha scritto:
- Io comunque, se permetti Ale, rimango delle mie idee, ossia affermando che la Verità è raggiungibile attraverso i nostri strumenti..e come potrebbe essere altrimenti??
Potrebbe essere altrettanto vero che non sia raggiungibile attraverso i nostri strumenti. Oppure che non esista proprio una Verità in sé. Ma tu stai prendendo questo discorso, nuovamente, in modo estremamente metafisico e, ponendo il problema in questi termini, come sempre non potrai ottenere risposte sufficienti. E' nel dubbio tutto ciò che non può essere provato sperimentalmente, direi. La semplice speculazione filosofica non ti fa inquadrare Verità. Prendi Aristotele: presentava una logica prettamente metafisica e speculativa, e compiendo la cosiddetta "intuizione" umana (basata sugli strumenti logico-razionali, non sperimentali che aveva) che tu hai tacitamente sottolineato... che cosa arrivò a dire? Che l'intero universo era mosso dall'Amore, da corpi celesti oggetto d'Amore omaggiati da tutti gli altri che descrivevano orbite attorno a loro in 47 o 55 sfere celesti. Oggi cosa sappiamo? Che i miliardi di stelle della Via Lattea girano tutte attorno ad un buco nero centrale super-massiccio che, prima o poi, causerà la distruzione di tutta la galassia (ma tanto noi non ci saremo, quindi...).
Insomma, andiamoci piano con le "intuizioni" razionali geniali... soprattutto quelle troppo positive mi sono sempre puzzate di illusione umana soddisfacente i bisogni psicologici dell'individuo, illusione radicata nel tempo così profondamente nell'Essere da essere poi sempre scambiata per Realtà. (La Terra al centro dell'universo è solo un esempio di una radicata convinzione che coinvolse l'uomo per secoli, per poi essere abbattuta, ovviamente, dalla scienza)
- SocratesIII ha scritto:
- ...allora veramente si sfocerebbe in una contraddizione cartesiana di questo tipo: "poichè i sensi "a volte" ingannano, allora dubito di tutto"
Ovviamente, Flà, io dubito di tutto ciò che sia discutibile, perché essendo discutibile, significa che non si tratta di Verità coincidente con la Realtà e quindi ovvia. Dubito della stessa natura dei miei dubbi, perché essi sono frutto di una razionalità non sperimentale e puramente speculativa, quindi potrebbero essere delle bolle di sapone. Sì, si viene a creare un paradosso, o un circolo vizioso, come ti pare. Dubitare di dubbi. Ma questo avviene con il ragionamento metafisico su cui, perciò, non bisogna fare affidamento. L'unica realtà di cui non dubito è quella sensibile, ciò che è. L'acqua bolle a 100°C. La Vita esiste, e tutto ciò che è collegato alla Vita (amicizia, amore, passione) c'è. I sensi non ingannano... non volevo dire questo, amico. I sensi funzionano benone, alla stragrande maggioranza della gente. La mente, ovvero lo strumento di rielaborazione dei dati percepiti dai sensi, inganna.
- SocratesIII ha scritto:
- ...questo innanzitutto è riduzionistico, ma cosa ancor peggiore, è controproducente..
No, semplicemente effettua uno spostamento di produttività dal piano sterile metafisico a quello fertile reale.
- SocratesIII ha scritto:
- Appare tuttavia logico ed umano accogliere le calorose perorazioni di Ale, che nel limite del possibile, anela ad una utopia...Ale, te l'ho sempre detto: Sei oltre! ahahah
Mmm... ci sono un bel po' di persone "oltre" qui dentro
Ale, sono Leo Vita anche su Facebook, sono il mio nome e cognome effettivi! xD | |
| | | SocratesIII
Messaggi : 217 Data d'iscrizione : 28.09.11 Località : Entro me stesso!
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mer Ott 19, 2011 2:55 pm | |
| - Hari Seldon ha scritto:
- Leo Vita ha scritto:
- Bene, non vedo l'ora che arrivi quel momento allora Ale...cavolo ci vuole un bel salotto culturale, ma pure a Parco 2 Giugno...
Ovvio, a Parco due giugno o anche in giro per la provincia... noi finalisti pugliesi dell'anno scorso giriamo in lungo e in largo il territorio Magari se riusciamo a beccarci su facebook, Leo, ne parliamo lì
- SocratesIII ha scritto:
- Io comunque, se permetti Ale, rimango delle mie idee, ossia affermando che la Verità è raggiungibile attraverso i nostri strumenti..e come potrebbe essere altrimenti??
Potrebbe essere altrettanto vero che non sia raggiungibile attraverso i nostri strumenti. Oppure che non esista proprio una Verità in sé. Ma tu stai prendendo questo discorso, nuovamente, in modo estremamente metafisico e, ponendo il problema in questi termini, come sempre non potrai ottenere risposte sufficienti. E' nel dubbio tutto ciò che non può essere provato sperimentalmente, direi. La semplice speculazione filosofica non ti fa inquadrare Verità. Prendi Aristotele: presentava una logica prettamente metafisica e speculativa, e compiendo la cosiddetta "intuizione" umana (basata sugli strumenti logico-razionali, non sperimentali che aveva) che tu hai tacitamente sottolineato... che cosa arrivò a dire? Che l'intero universo era mosso dall'Amore, da corpi celesti oggetto d'Amore omaggiati da tutti gli altri che descrivevano orbite attorno a loro in 47 o 55 sfere celesti. Oggi cosa sappiamo? Che i miliardi di stelle della Via Lattea girano tutte attorno ad un buco nero centrale super-massiccio che, prima o poi, causerà la distruzione di tutta la galassia (ma tanto noi non ci saremo, quindi...).
Insomma, andiamoci piano con le "intuizioni" razionali geniali... soprattutto quelle troppo positive mi sono sempre puzzate di illusione umana soddisfacente i bisogni psicologici dell'individuo, illusione radicata nel tempo così profondamente nell'Essere da essere poi sempre scambiata per Realtà. (La Terra al centro dell'universo è solo un esempio di una radicata convinzione che coinvolse l'uomo per secoli, per poi essere abbattuta, ovviamente, dalla scienza)
- SocratesIII ha scritto:
- ...allora veramente si sfocerebbe in una contraddizione cartesiana di questo tipo: "poichè i sensi "a volte" ingannano, allora dubito di tutto"
Ovviamente, Flà, io dubito di tutto ciò che sia discutibile, perché essendo discutibile, significa che non si tratta di Verità coincidente con la Realtà e quindi ovvia. Dubito della stessa natura dei miei dubbi, perché essi sono frutto di una razionalità non sperimentale e puramente speculativa, quindi potrebbero essere delle bolle di sapone. Sì, si viene a creare un paradosso, o un circolo vizioso, come ti pare. Dubitare di dubbi. Ma questo avviene con il ragionamento metafisico su cui, perciò, non bisogna fare affidamento. L'unica realtà di cui non dubito è quella sensibile, ciò che è. L'acqua bolle a 100°C. La Vita esiste, e tutto ciò che è collegato alla Vita (amicizia, amore, passione) c'è. I sensi non ingannano... non volevo dire questo, amico. I sensi funzionano benone, alla stragrande maggioranza della gente. La mente, ovvero lo strumento di rielaborazione dei dati percepiti dai sensi, inganna.
- SocratesIII ha scritto:
- ...questo innanzitutto è riduzionistico, ma cosa ancor peggiore, è controproducente..
No, semplicemente effettua uno spostamento di produttività dal piano sterile metafisico a quello fertile reale.
- SocratesIII ha scritto:
- Appare tuttavia logico ed umano accogliere le calorose perorazioni di Ale, che nel limite del possibile, anela ad una utopia...Ale, te l'ho sempre detto: Sei oltre! ahahah
Mmm... ci sono un bel po' di persone "oltre" qui dentro
rieccoti quà---e bravo! Seriamente, finiamola qui...xDDD https://www.youtube.com/watch?v=iD4IK2Zc794&feature=player_detailpage Non vorrei, finisse così! xDDDDDDD | |
| | | Anna Chiara
Messaggi : 3 Data d'iscrizione : 18.10.11 Età : 28 Località : Parma
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mer Ott 19, 2011 8:00 pm | |
| - SocratesIII ha scritto:
- Camilla ha scritto:
- Anna Chiara ha scritto:
- qual è il senso della nostra vita? e dell'intero universo?
perchè respiriamo, e amiamo, e viviamo? Perché abbiamo il costante, immutato, bisogno immaturo di innamorarci spesso? Da cosa siamo comandati? Siamo burattini, fili di un teatro che si muovono seguendo qualcosa di già scelto? Abbiamo un'anima? E cos'è questo niente, questo senso d'irrealizzazione che per il mondo vagar ci fa come cavalieri pazzi? E la felicità, cos'è? da cosa esattamente siamo costruiti, quale la molla, l'ingranaggio segreto-che ci fa correre all'inseguimento di qualcosa d'indistinto all'orizzonte, ciò per il quale lottiamo e combattiamo e non siamo disposti ad arrenderci? Perché a volte ci innamoriamo, cos'è che proviamo, come si evolve la nostra natura nell'amare e innamorandosi, e ancora, e ancora?
"le risposte rendono saggi, ma le domande rendono umani" (Montand) Io credo che l'indole dell'essere umano di innamorarsi ancora, ancora e ancora sia dovuto al bisogno di trovare qualcuno che ci faccia sentire come noi vogliamo sentirci, di farci conoscere emozioni che da soli non potremmo mai provare. L'uomo, volente o nolente, sente la necessità di trovare quel qualcuno che completi il suo essere, che lo renda finito, compiuto. In altre parole, è in costante ricerca dell'altra metà della mela. E forse è questo uno dei nostri più grandi problemi. Dovremmo imparare a vivere, a stare bene e ad essere felici, anche in assoluta solitudine. Puntare sulle nostre forze e non cercare il sostegno e l'approvazione di altri. Impassibili e stoici...bastiamo a noi stessi, in atteggiamento di autarcheia...soli, tutti terribilmente soli. Ognuno per se e Dio per tutti! Visione un po' dura ma assolutamente condivisibile credo. Se va bene a noi poi, non vedo problemi. Personalmente, a volte ci provo. Anzi, ci convivo. Ma l'altra strada mi appare migliore. Spero di percorrerla presto. Sicuramente è da provare. Poi chissà! sicuramente la "dipendenza" dagli altri può essere interpretata in modo negativo; io personalmente credo che sia una delle nostre più grandi forze. un conto è riuscire ad affontare i problemi da soli, un altro è fare sempre affidamento solo su noi stessi. non è sbagliato credere solo sulle nostre forze, ma nemmeno chiedere aiuto a qualcuno che abbiamo più vicino è sbagliato. io credo che sarebbe giusto, e terribilmente difficile da mantenere certo, un equilibrio tra le due cose. si perchè si nasce e si muore soli, e a volte si prova da soli anche a vivere- ma credo che la felicità sia nella condivisione, piuttosto che nell'esclusione di ciò che ci circonda. avete visto il film "into the wild"? (stupendo, se non l'avete visto è da vedere). il protagonista affronta un viaggio in solitudine, ma anche provandoci non riesce a non creare legami con le persone che incontra, perchè è nella natura umana ed inevitabile amare il mondo e coloro che lo abitano. nonostante questo prosegue il suo viaggio, abbandonando ogni cosa, e alla fine si ritrova solo. la sua condizione di solitudine lo porterà alla morte, e ad una conclusione "felicità è condivisione". chiaramente è una tesi portata all'estremo, però è una storia vera. la mia opinione rimane solo un punto di vista tra tanti, comunque, e magari totalmente sbagliato | |
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Messaggi : 1270 Data d'iscrizione : 28.09.11
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mer Ott 19, 2011 8:07 pm | |
| - Anna Chiara ha scritto:
- SocratesIII ha scritto:
- Camilla ha scritto:
- Anna Chiara ha scritto:
- qual è il senso della nostra vita? e dell'intero universo?
perchè respiriamo, e amiamo, e viviamo? Perché abbiamo il costante, immutato, bisogno immaturo di innamorarci spesso? Da cosa siamo comandati? Siamo burattini, fili di un teatro che si muovono seguendo qualcosa di già scelto? Abbiamo un'anima? E cos'è questo niente, questo senso d'irrealizzazione che per il mondo vagar ci fa come cavalieri pazzi? E la felicità, cos'è? da cosa esattamente siamo costruiti, quale la molla, l'ingranaggio segreto-che ci fa correre all'inseguimento di qualcosa d'indistinto all'orizzonte, ciò per il quale lottiamo e combattiamo e non siamo disposti ad arrenderci? Perché a volte ci innamoriamo, cos'è che proviamo, come si evolve la nostra natura nell'amare e innamorandosi, e ancora, e ancora?
"le risposte rendono saggi, ma le domande rendono umani" (Montand) Io credo che l'indole dell'essere umano di innamorarsi ancora, ancora e ancora sia dovuto al bisogno di trovare qualcuno che ci faccia sentire come noi vogliamo sentirci, di farci conoscere emozioni che da soli non potremmo mai provare. L'uomo, volente o nolente, sente la necessità di trovare quel qualcuno che completi il suo essere, che lo renda finito, compiuto. In altre parole, è in costante ricerca dell'altra metà della mela. E forse è questo uno dei nostri più grandi problemi. Dovremmo imparare a vivere, a stare bene e ad essere felici, anche in assoluta solitudine. Puntare sulle nostre forze e non cercare il sostegno e l'approvazione di altri. Impassibili e stoici...bastiamo a noi stessi, in atteggiamento di autarcheia...soli, tutti terribilmente soli. Ognuno per se e Dio per tutti! Visione un po' dura ma assolutamente condivisibile credo. Se va bene a noi poi, non vedo problemi. Personalmente, a volte ci provo. Anzi, ci convivo. Ma l'altra strada mi appare migliore. Spero di percorrerla presto. Sicuramente è da provare. Poi chissà! sicuramente la "dipendenza" dagli altri può essere interpretata in modo negativo; io personalmente credo che sia una delle nostre più grandi forze. un conto è riuscire ad affontare i problemi da soli, un altro è fare sempre affidamento solo su noi stessi. non è sbagliato credere solo sulle nostre forze, ma nemmeno chiedere aiuto a qualcuno che abbiamo più vicino è sbagliato. io credo che sarebbe giusto, e terribilmente difficile da mantenere certo, un equilibrio tra le due cose. si perchè si nasce e si muore soli, e a volte si prova da soli anche a vivere- ma credo che la felicità sia nella condivisione, piuttosto che nell'esclusione di ciò che ci circonda. avete visto il film "into the wild"? (stupendo, se non l'avete visto è da vedere). il protagonista affronta un viaggio in solitudine, ma anche provandoci non riesce a non creare legami con le persone che incontra, perchè è nella natura umana ed inevitabile amare il mondo e coloro che lo abitano. nonostante questo prosegue il suo viaggio, abbandonando ogni cosa, e alla fine si ritrova solo. la sua condizione di solitudine lo porterà alla morte, e ad una conclusione "felicità è condivisione". chiaramente è una tesi portata all'estremo, però è una storia vera. la mia opinione rimane solo un punto di vista tra tanti, comunque, e magari totalmente sbagliato Io condivido la tua opinione quando dici che la felicità è condivisione e che la solitudine fà star male... però, almeno per esperienza personale, posso dirti che l'uomo riesce a superare un qualcosa, anche se è da solo... quando credi di poter far qualcosa, quando credi di esserne capace e quindi di avere potenzialità, ce la fai anche da sola... poi, è solo la mia opinione | |
| | | mtmdviscrive:)
Messaggi : 157 Data d'iscrizione : 28.09.11 Età : 30
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mer Ott 19, 2011 8:46 pm | |
| Il mio punto di vista è che l'uomo non può e non potrà mai prescindere dalla compagnia. La prima cosa che si fa il primo giorno di scuola, è socializzare con gli altri, quando potremmo invece restare chiusi senza scambiare una parola con nessuno. Anche il tipo più chiuso riesce a dire una parolina a qualcuno, ed alla fine dell'anno scolastico, comunque vada, stringerà legami un po' con tutti. Questo esempio è solo per esporre il mio punto di vista: l'uomo è fatto per stare con gli altri, in "branco". Allo stesso modo, se l'uomo non avesse avuto l'intelligenza di lavorare in "gruppi", agli albori della sua esistenza, molto probabilmente non avrebbe riscosso la stessa "fortuna". Riguardo all'innamorarsi, per me è lo stesso discorso, c'è oltre al discorso della riproduzione, e nonostante l'istinto, nell'uomo c'è di più: il sentimento. Questo, a parer mio, spiega da solo perché abbiamo così tanto di QUELLA persona, di cui siamo innamorati. Ps: Anna Chiara, perché non ti presenti nel topic dedicato? | |
| | | Deneb D.
Messaggi : 1362 Data d'iscrizione : 13.10.11 Età : 30 Località : Valenzano (BA)
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Gio Ott 20, 2011 4:59 pm | |
| sicuramente la "dipendenza" dagli altri può essere interpretata in modo negativo; io personalmente credo che sia una delle nostre più grandi forze. un conto è riuscire ad affontare i problemi da soli, un altro è fare sempre affidamento solo su noi stessi. non è sbagliato credere solo sulle nostre forze, ma nemmeno chiedere aiuto a qualcuno che abbiamo più vicino è sbagliato. io credo che sarebbe giusto, e terribilmente difficile da mantenere certo, un equilibrio tra le due cose. si perchè si nasce e si muore soli, e a volte si prova da soli anche a vivere- ma credo che la felicità sia nella condivisione, piuttosto che nell'esclusione di ciò che ci circonda. avete visto il film "into the wild"? (stupendo, se non l'avete visto è da vedere). il protagonista affronta un viaggio in solitudine, ma anche provandoci non riesce a non creare legami con le persone che incontra, perchè è nella natura umana ed inevitabile amare il mondo e coloro che lo abitano. nonostante questo prosegue il suo viaggio, abbandonando ogni cosa, e alla fine si ritrova solo. la sua condizione di solitudine lo porterà alla morte, e ad una conclusione "felicità è condivisione". chiaramente è una tesi portata all'estremo, però è una storia vera. la mia opinione rimane solo un punto di vista tra tanti, comunque, e magari totalmente sbagliato [/quote] Dipendenza,è una parola enorme, smisurata.. Dipendere da qualcuno, non vuol dire esserli complementare; dipendere vuol dire sottomissione, e non collaborazione. Se si dipende da qualcuno, ti dico, ci si sente terribilmente vuoti e soli, perchè la propria personalità è degradata, sparita, per lasciare posto alla totale necessità di farsi dominare da qualcun altro. Io concorso che è bello sentrisi l'altra metà di un'anima, ma l'uomo deve essere autosufficiente, e in nessuna situazione, deve lasciarsi dominare e privatizzare della cosa più importante che possiede: la libertà | |
| | | Anna Chiara
Messaggi : 3 Data d'iscrizione : 18.10.11 Età : 28 Località : Parma
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Ven Ott 21, 2011 11:59 am | |
| ma su questo sono d'accordo, la libertà è indispensabile. per dipendenza non intendevo sottomissione, ma collaborazione reciproca | |
| | | SocratesIII
Messaggi : 217 Data d'iscrizione : 28.09.11 Località : Entro me stesso!
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Ven Ott 21, 2011 12:34 pm | |
| Mi raccomando ragazzi...tenete vivo questo topic!! Tra un po', si cambia domanda...ok???
| |
| | | Deneb D.
Messaggi : 1362 Data d'iscrizione : 13.10.11 Età : 30 Località : Valenzano (BA)
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Ven Ott 21, 2011 12:43 pm | |
| - SocratesIII ha scritto:
- Mi raccomando ragazzi...tenete vivo questo topic!!
Tra un po', si cambia domanda...ok???
Confido in te, Fla | |
| | | Thrice
Messaggi : 131 Data d'iscrizione : 20.10.11 Età : 27 Località : Pescara <3
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Lun Ott 24, 2011 7:46 pm | |
| Mmh...il senso della vita...La Domanda che ci interroga fin dagli albori dei tempi! Quanti filosofi e studiosi hanno tentato, nella storia, di rispondere a questa domanda, senza mai arrivare a una spiegazione definitiva? Secondo la mia personale opinione, questo mistero non verrà mai svelato col tempo, e ci sarà sempre qualcosa più grande di noi che non riusciremo a comprendere... Quindi penso che non esista un senso "universale" della vita, ma che ognuno possa rendere la propria esistenza straordinaria o meno a suo piacimento...insomma, ciascuno viva come più gli piace! Nonostante tutto, però, credo molto nell'uomo, nella sua indole pacifica, e penso che se vediamo episodi di violenza oggigiorno, è solo perchè l'umanità sta ancora passando una fase "infantile", e che presto crescerà per costruire un mondo diverso, sicuramente migliore Concludo con una citazione un po' rozza magari, ma che mi piace molto : "Gli uomini sono animali fatti per danzare. Quant'è bello alzarsi, uscire di casa e fare qualcosa. Siamo qui sulla Terra per andare in giro a cazzeggiare. Non date retta a chi dice altrimenti." (da Un uomo senza patria, Kurt Vonnegut) | |
| | | Feldia
Messaggi : 636 Data d'iscrizione : 28.09.11 Età : 39 Località : Il mondo. Prossima destinazione: l'universo!
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 25, 2011 4:34 am | |
| e quale sarà la prossima domanda che Socrates ci propone? mumble mumble | |
| | | SocratesIII
Messaggi : 217 Data d'iscrizione : 28.09.11 Località : Entro me stesso!
| Titolo: Re: Filosofia: le domande che ci interrogano Mar Ott 25, 2011 12:41 pm | |
| - Feldia ha scritto:
- e quale sarà la prossima domanda che Socrates ci propone? mumble mumble
Scusate...magari questo Socrate avrebbe così tanto tempo per porsi delle domande...molte volte è troppo ocupato a rispondere a quelli dei professori. Ma questo è un altro punto... La domanda in questione è: La mente è veramente essenza dell'umanità?(Dal ciclo di Conferenze a Venezia dal 18 al 20 settembre 2011, cui Socrate ha partecipato!) | |
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