Filosofia: le domande che ci interrogano

La comicità che mostra l'altro lato della moneta, io non ho letto molto Pirandello ma dev'essere davvero bello ... Spero di iniziare a leggere Il fu Matia Pascal tra qualche giorno

Capito

Deneb D. ha scritto:

[...] dei suoi classici: [...] "Il fu Mattia Pascal".

mi è stato assegnato dalla prof per questo quadrimestre, insieme ad altri libri.

Tutti i classici di Pirandello hanno come punto cardine e fondamentale la trattatistica di temi quali la pazzia, la solitudine, l'incomunicabilità, il contrasto tra vita e forma.
La follia dei personaggi viene intesa come una forma di ribellione nei confronti di un mondo che gli pretende conformi a ciò che tutti credono siano sempre stati. La pazzia non deve essere analizzata in maniera superificiale, bensì deve essere percepita, come il risultato di una profonda meditazione su ciò che è il proprio essere. La follia non è qualcosa che imprigiona, al contrario, è l’unico strumento che si può usare per sentirsi liberi, come uomini senza identità e senza nome; la formalità del mondo, l’ambiguità delle parole, possono essere considerate un orrido tormento, che può essere sconfitto, solo divenedo pazzi, nel desiderio di distruggere l’immagine di se stessi percepita dagli altri.
La pazzia quindi, è una fuga dalla realtà terrena, è il rifugiarsi in un mondo parallelo, estraneo, sconosciuto, dove finalmente si possa trovare la pace e la quiete del vivere; la pazzia è un modo di comunicare squilibrato, illiminato, giacchè non pone confini a ciò che si vuole esprimere, permette di estrenare la vera essenza delle cose.

La novella che ho letto di Pirandello è la Patente, però non mi è piaciuta molto

Edwin Howard ha scritto:

Deneb D. ha scritto:

[...] dei suoi classici: [...] "Il fu Mattia Pascal".

mi è stato assegnato dalla prof per questo quadrimestre, insieme ad altri libri.

Che altri libri?
Magari ho già le analisi e te le passo
L'analisi del "Il fu mattia Pascal" non ce l'ho, però ho un confronto tra lui e Belluca, il protagonista della novella "Il treno ha fischiato"

Eccola:
La trasformazione morale e la necessità di evadere desiderando una vita diversa sono temi ricorrenti in un altro caratteristico personaggio pirandelliano: Belluca, protagonista del "Il treno ha fischiato". Mattia Pascal con il matrimonio con Romilda tenta di sconvolgere la sua esistenza, fallendo il tentativo, e poi nuovamente per isolarsi da ogni tipo di problema fugge a Montecarlo, tuttavia non ricavando alcun miglioramento. A differenza di Belluca però, Mattia ha una situazione familiare piuttosto tranquilla alle spalle,che lo porta a morire interiormente per il troppo materialismo, al contrario di Belluca, che riesce ad evadere dalla sua realtà, esasperato dalla precarietà dei suoi giorni e dai sacrifici.La figura di Belluca è inoltre tormentata dalla necessità di ricoprire un ruolo, di modellarsi rispetto ad un unica forma che il mondo gli ha assegnato, rispetto alla quale deve rimenere conforme; egli infatti si costringe a ricoprire il ruolo del dipendente inpeccabile e puntuale nei suoi doveri, soffocando la sua voglia di libertà e di rivelarsi per ciò che realemente desidererebbe essere. La fuga mentale di Belluca che accompagna il fischio del treno, è l’immersione del protagonista nella vita, il flusso interiore che lo accompagna ogni istante, contrastato e il più delle volte soprafatto, dalla maschera che indossa.

Se devi parlare dei temi, puoi inserire il tema dell'incomunicabiluità, delle maschere, e volendo puoi fare anche un collegamento con "Uno nessuno centomila"

Sono andata totalmente Off Topic, ma non fa niente, poi ritorniamo in tema

Bella

le maschere, quant'è vero ...

Verissimo

Deneb D. ha scritto:

La trasformazione morale e la necessità di evadere desiderando una vita diversa sono temi ricorrenti in un altro caratteristico personaggio pirandelliano: Belluca, protagonista del "Il treno ha fischiato". Mattia Pascal con il matrimonio con Romilda tenta di sconvolgere la sua esistenza, fallendo il tentativo, e poi nuovamente per isolarsi da ogni tipo di problema fugge a Montecarlo, tuttavia non ricavando alcun miglioramento. A differenza di Belluca però, Mattia ha una situazione familiare piuttosto tranquilla alle spalle,che lo porta a morire interiormente per il troppo materialismo, al contrario di Belluca, che riesce ad evadere dalla sua realtà, esasperato dalla precarietà dei suoi giorni e dai sacrifici.La figura di Belluca è inoltre tormentata dalla necessità di ricoprire un ruolo, di modellarsi rispetto ad un unica forma che il mondo gli ha assegnato, rispetto alla quale deve rimenere conforme; egli infatti si costringe a ricoprire il ruolo del dipendente inpeccabile e puntuale nei suoi doveri, soffocando la sua voglia di libertà e di rivelarsi per ciò che realemente desidererebbe essere. La fuga mentale di Belluca che accompagna il fischio del treno, è l’immersione del protagonista nella vita, il flusso interiore che lo accompagna ogni istante, contrastato e il più delle volte soprafatto, dalla maschera che indossa.

Caspita Deneb, l'hai scritta tu?
Se sì, bravissima, complimenti!

Hai prodotto pensieri molto profondi su Il Treno ha fischiato, dubito che molti altri (a partire dalla sottoscritta) sarebbero riusciti a renderli così bene.

Deneb è bravissima

Grazie mille ragazze, anche se non mi sembra di aver scritto qualcosa di eccessivamente speciale

Deneb D. ha scritto:

Edwin Howard ha scritto:

Deneb D. ha scritto:

[...] dei suoi classici: [...] "Il fu Mattia Pascal".

mi è stato assegnato dalla prof per questo quadrimestre, insieme ad altri libri.

Che altri libri?
Magari ho già le analisi e te le passo
L'analisi del "Il fu mattia Pascal" non ce l'ho, però ho un confronto tra lui e Belluca, il protagonista della novella "Il treno ha fischiato"

Eccola:
La trasformazione morale e la necessità di evadere desiderando una vita diversa sono temi ricorrenti in un altro caratteristico personaggio pirandelliano: Belluca, protagonista del "Il treno ha fischiato". Mattia Pascal con il matrimonio con Romilda tenta di sconvolgere la sua esistenza, fallendo il tentativo, e poi nuovamente per isolarsi da ogni tipo di problema fugge a Montecarlo, tuttavia non ricavando alcun miglioramento. A differenza di Belluca però, Mattia ha una situazione familiare piuttosto tranquilla alle spalle,che lo porta a morire interiormente per il troppo materialismo, al contrario di Belluca, che riesce ad evadere dalla sua realtà, esasperato dalla precarietà dei suoi giorni e dai sacrifici.La figura di Belluca è inoltre tormentata dalla necessità di ricoprire un ruolo, di modellarsi rispetto ad un unica forma che il mondo gli ha assegnato, rispetto alla quale deve rimenere conforme; egli infatti si costringe a ricoprire il ruolo del dipendente inpeccabile e puntuale nei suoi doveri, soffocando la sua voglia di libertà e di rivelarsi per ciò che realemente desidererebbe essere. La fuga mentale di Belluca che accompagna il fischio del treno, è l’immersione del protagonista nella vita, il flusso interiore che lo accompagna ogni istante, contrastato e il più delle volte soprafatto, dalla maschera che indossa.

Se devi parlare dei temi, puoi inserire il tema dell'incomunicabiluità, delle maschere, e volendo puoi fare anche un collegamento con "Uno nessuno centomila"

Sono andata totalmente Off Topic, ma non fa niente, poi ritorniamo in tema

Grazie tante per l'interessamento
Gli altri sono Il Barone Rampante e un libro a piacere di Camilleri (ti faro' sapere quale abbiamo scelto, ora non lo tengo a mente).

Edwin Howard ha scritto:

un libro a piacere di Camilleri (ti faro' sapere quale abbiamo scelto, ora non lo tengo a mente).

Riguardo a Camilleri ho del materiale sul Cane di Terracotta, se può interessarti.

Bello il barone rampante

L'ho letto il "Barone rampante" ma non ho fatto l'analisi mi dispiace Edwin

Deneb D. ha scritto:

L'ho letto il "Barone rampante" ma non ho fatto l'analisi mi dispiace Edwin

Don't worry!

Comunque è molto bella

La filosofia è una materia affascinante, ci si interroga sul significato delle cose, del mondo, si tenta di comprendere l'autentico senso dell'esistere, a volte scendendo in profondità, immergendosi in discorsi lunghissimi e articolati.
Mi piacerebbe molto commentare una citazione di Georg Hegel:
"Non c'è niente di più profondo di ciò che appare in superficie".
Per ciò che riguarda la filosofia, questo può essere vero?