Babilonia: quale lingua mi piace di più?

Kalle Domkvist ha scritto:

Lingua preferita? Vorrei dire l'italiano per sentirmi patriottico, ma credo che invece sceglierò l'inglese. Una lingua molto più agile, dinamica, al passo coi tempi e musicale. Poi ormai ho acquisito la capacità di pensare in inglese e addirittura alle volte so perfettamente quali sarebbero i termini inglesi più adatti ad una situazione ma non so come esprimerli in italiano, oppure paro in italiano con strutture grammaticali prese direttamente dall'inglese.

per me non è strano, anzi è perfettamente normale

La maggior parte degli studenti, definisce il latino come una lingua morta.
In realtà il latino non vive attraverso di noi che in una maniera e nell'altra lo studiamo e lo impariamo?

Deneb D. ha scritto:

La maggior parte degli studenti, definisce il latino come una lingua morta.
In realtà il latino non vive attraverso di noi che in una maniera e nell'altra lo studiamo e lo impariamo?

non sono gli studenti che lo definiscono lingua morta, è una denominazione! Una lingua morta è una lingua che non ha più locutori nativi.

Il latino per me è morto e, partendo da quello che mi ha dato, da quanto ho ricavato dallo studiarlo personalmente preferirei che fosse rimasto sepolto. Sarà anche una lingua precisa, sarà pure la lingua dei filosofi e dei letterati fino al 1500 (sena contare che aveva già perso tutta la sua importanza già da molto prima), ma a me non è ma piaciuta e non riesco a farmela piacere. Nonostante la studi con impegno (devo mantenere la media, non posso cadere su una singola materia perché non mi piace u.u) spesso mi fermo a chiedermi a cosa mi serva realmente. "Ad aprire la mente e sviluppare la logica" ci dicono, ma ottengo gli stessi risultati, anche migliori, volendo, con la matematica. Non capisco perché ancora lo si insegni nei trienni degli scientifici, mi sembra francamente non solo inutile ma addirittura deleterio, poiché sottrae ore importante ad altre materie di sicuro più interessanti per chi si iscrive ad un certo tipo di scuola.
Poi vabbé, dal latino vengono un sacco di citazioni fighe da usare per impressionare i datori di lavoro, come insegna la nostra professoressa! Prosit!

E poi credo che il fatto che venga studiata (volentieri o meno) non faccia del latino una lingua viva! E' una lingua non modificabile, non malleabile, non elastica. E chiediamoci ni studiamo il vero latino? Insomma in inglese si studia la grammatica pura ma anche le espressioni del parlato, le storpiature (non mi dite che sui vostri libri no c'era almeno un paragrafetto su cultura e nuovo linguaggio? O qualche nota come "CORRETTAMENTE E' COSì, MA NEL PARLATO...ecc") e quindi direi lingua viva, invece del latino studiamo Cicerone, Seneca, Sallustio, Cesare tutti belli puliti [Petronio e Plauto insegnano che il latino parlato non era il loro!] e corretti. Come se uno studente straniero che impara l'italiano cominciasse a tradurre n testo di Zagrebelsky o di Cesare Brandi (avete mai letto niente di Brandi? Lo definireste italiano parlato?). Una lingua viva è una lingua che si vive (scusate il gioco di parole, ma la penso così) se ad Oxford si fanno le chiacchierate in latino, beh mi dispoace per loro ma non fanno per niente gli antichi romani!!

Deneb D. ha scritto:

La maggior parte degli studenti, definisce il latino come una lingua morta.
In realtà il latino non vive attraverso di noi che in una maniera e nell'altra lo studiamo e lo impariamo?

il latino non viene definito una lingua morta, E' una lingua morta poiche non viene più parlato e lo stesso discorso vale, ad esempio, per il greco antico, l'assiro-babilonese e simili XD
Che noi lo studiamo, secondo me è un altro discorso.

Il latino è una lingua morta. Ed ecco tutti che immaginano un versionario sepolto e una lapide: R.I.P. Latin!

E' una lingua morta perché nessuno più si sogna di parlarla per andare a comprare il pane dal bottegaio sotto casa, non perché un tempo fosse viva e qualcuno ha deciso di ucciderla a sprangate (oh poor latin!). Quindi perché piangerla?
Personalmente trovo interessanti gli studi delle lingue classiche, e detesto chi le vede come qualcosa di inutile e deprimente. Magari in un liceo scientifico ci si può permettere di queste affermazioni, ma uno che consapevolmente ha scelto un classico deve mettere in conto che il suo liceo è basato sull'archeologia linguistica, quindi se non gli gusta, che se ne vada.

Paspasapan hai perfettamente ragione! Io frequento un liceo classico e di fatto adoro il latino e il greco antico (a scuola lo parliamo come se fosse ancora una lingua viva). Posso farti una domanda: il tuo nick-name si riferisce alla parola in greco antico πας πασα παν= tutto?

sì

Una lingua morta è una lingua che non ha più locutori nativi. Addirittura alcune lingue che vengono parlate sono definite morte perchè ci dev'essere una percentuale minima di person che la parlano (ora non ricordo quale)

Citazione :

Personalmente trovo interessanti gli studi delle lingue classiche, e detesto chi le vede come qualcosa di inutile e deprimente. Magari in un liceo scientifico ci si può permettere di queste affermazioni, ma uno che consapevolmente ha scelto un classico deve mettere in conto che il suo liceo è basato sull'archeologia linguistica, quindi se non gli gusta, che se ne vada.

Ma infatti ho detto che lo trovo inutile per chi ha scelto un determinato corso di studi
Non mi sognerei mai di spacciare la mia opinione per la verità assoluta, non sono così presuntuoso u.u

Kalle Domkvist ha scritto:

Lingua preferita? Vorrei dire l'italiano per sentirmi patriottico, ma credo che invece sceglierò l'inglese. Una lingua molto più agile, dinamica, al passo coi tempi e musicale. Poi ormai ho acquisito la capacità di pensare in inglese e addirittura alle volte so perfettamente quali sarebbero i termini inglesi più adatti ad una situazione ma non so come esprimerli in italiano, oppure paro in italiano con strutture grammaticali prese direttamente dall'inglese. Sembra strano, ma questo mi tornerà utile dato che non peno che il mio futuro sia qui in Italia

La tua risposta mi tranquillizza...non sono l'unica che pensa in inglese..pensavo di essere impazzita xD

No, no, molti più su anche io abbiamo detto che pensiamo (io addirittura sogno!) in Inglese.

Adoro l'ingleseeeeeeeeeeeeeeeeee !!!! è una lingua molto spontanea , sembra ricercata eppure è veramente una lingua importante ed è bellissima ! Soprattutto quando si sente qualcuno parlare l'inglese è veramente una cosa meravigliosa ! A volte invidio le persone che riescono a farlo in un modo così veloce e che pare facilissimo ! Ahahahha ma anche il francese è molto bello anche se l'ho studiato per poco ...

Io, in merito al latino, vorrei porvi questa domanda per sapere cosa ne pensate e non credo di andare OT.
Secondo voi, non sarebbe meglio studiare più approfonditamente la cultura e la letteratura latina piuttosto che la lingua vera e propria?

andreaviscrive:) ha scritto:

Secondo voi, non sarebbe meglio studiare più approfonditamente la cultura e la letteratura latina piuttosto che la lingua vera e propria?

A mio parere è necessaria una conoscenza approfondita della lingua e della grammatica latina, per poi comprendere al massimo gli autori di quell'epoca.
Non avrei mai potuto leggere Catullo o Cesare, senza conoscere discretamente la grammatica. Ma io studio latino in un liceo classico, ed è una cosa diversa.

Quello che non capisco è il perchè si faccia studiar latino al linguistico: in due ore settimanali, e solo per due anni (!!!), non solo non si riesce a finire il programma di grammatica, ma non si riesce nemmeno ad incominciare la parte più importante ed interessante dello studio di questa lingua: il programma che prevede l'analisi di testi poetici o in prosa scritti da grandi scrittori latini!

Eccomi, avevo perso questo topic...beh, l'INGLESE lo adoro, semplicemente.
Una volta mi piaceva tanto il Francese ma, dato che non lo studio più da ormai quattro anni ora ne ho perso totalmente la padronanza.
Mi piacerebbe tantissimo poter imparare il Tedesco oppure l'Olandese (anche se non serve a molto perché è parlato in pochissimi territori, mi piace così tanto, risultando un miscuglio di ben 4 lingue).
In quanto al Latino, di cui parlavate, beh, non che non mi piaccia...essendo comunque il fondamento della nostra lingua e della nostra cultura attuale...però...non è tra le mie preferite. xD Sono anche bravo, ma...non saprei.

MadamaButterfly ha scritto:

andreaviscrive:) ha scritto:

Secondo voi, non sarebbe meglio studiare più approfonditamente la cultura e la letteratura latina piuttosto che la lingua vera e propria?

A mio parere è necessaria una conoscenza approfondita della lingua e della grammatica latina, per poi comprendere al massimo gli autori di quell'epoca.
Non avrei mai potuto leggere Catullo o Cesare, senza conoscere discretamente la grammatica. Ma io studio latino in un liceo classico, ed è una cosa diversa.

Quello che non capisco è il perchè si faccia studiar latino al linguistico: in due ore settimanali, e solo per due anni (!!!), non solo non si riesce a finire il programma di grammatica, ma non si riesce nemmeno ad incominciare la parte più importante ed interessante dello studio di questa lingua: il programma che prevede l'analisi di testi poetici o in prosa scritti da grandi scrittori latini!

mmm... ma allora per capire bene il pensiero di un filosofo greco bisognerebbe conoscere bene la sua lingua?

andreaviscrive:) ha scritto:

mmm... ma allora per capire bene il pensiero di un filosofo greco bisognerebbe conoscere bene la sua lingua?

Be', se lo desideri leggere nella madrelingua, sì!
Intendevo questo. Se no, be', per leggersi gli autori latini in italiano si può utilizzare l'ora di italiano o di storia, non quella di latino. Almeno, da me si usa così. Noi nella mia scuola gli autori li leggiamo in latino (o in greco, vale anche per il greco ) e li traduciamo aiutandoci con le note.

MadamaButterfly ha scritto:

A mio parere è necessaria una conoscenza approfondita della lingua e della grammatica latina, per poi comprendere al massimo gli autori di quell'epoca.
Non avrei mai potuto leggere Catullo o Cesare, senza conoscere discretamente la grammatica. Ma io studio latino in un liceo classico, ed è una cosa diversa.

io non credo, studiamo molti filosofi/intellettuali/letterati di altre lingue senza conoscere la loro, ma semplicemente tradotti. Leggere è diverso! E' ovvio non avresti potuto leggere Catullo e Cesare IN LATINO, ma a leggerli in traduzione (certo non è la stessa cosa) capisci comunque il loro messaggio che va oltre le parole. Nella traduzione molto si perde, si "tradisce" oltre a tradurre il testo, ma non per questo credo che bisogni avere una conoscenza approfondita di una data lingua per capirne gli autori.

quietriot ha scritto:

io non credo, studiamo molti filosofi/intellettuali/letterati di altre lingue senza conoscere la loro, ma semplicemente tradotti. Leggere è diverso! E' ovvio non avresti potuto leggere Catullo e Cesare IN LATINO, ma a leggerli in traduzione (certo non è la stessa cosa) capisci comunque il loro messaggio che va oltre le parole. Nella traduzione molto si perde, si "tradisce" oltre a tradurre il testo, ma non per questo credo che bisogni avere una conoscenza approfondita di una data lingua per capirne gli autori.

Ok, allora penso di essermi spiegata male. Per comprendere gli autori io intendevo leggere le loro opere nella lingua madre.
Per il resto concordo con te

MadamaButterfly ha scritto:

andreaviscrive:) ha scritto:

mmm... ma allora per capire bene il pensiero di un filosofo greco bisognerebbe conoscere bene la sua lingua?

Be', se lo desideri leggere nella madrelingua, sì!
Intendevo questo. Se no, be', per leggersi gli autori latini in italiano si può utilizzare l'ora di italiano o di storia, non quella di latino. Almeno, da me si usa così. Noi nella mia scuola gli autori li leggiamo in latino (o in greco, vale anche per il greco ) e li traduciamo aiutandoci con le note.

ecco io allo scientifico le uniche lettere greche che vedo sono alfa e beta, perchè sono utilizzate di solito per chiamare gli angoli XD
comunque stiamo andando OT.
Torniamo IT: qualcuno va a qualche scuola privata per imparare le lingue?

andreaviscrive:) ha scritto:

Io, in merito al latino, vorrei porvi questa domanda per sapere cosa ne pensate e non credo di andare OT.
Secondo voi, non sarebbe meglio studiare più approfonditamente la cultura e la letteratura latina piuttosto che la lingua vera e propria?

io credo siano due cose completamente diverse, o almeno se non completamente comunque diverse.
Studiare la cultura e la letteratura di un popolo si tratta di mantenere una memoria col passato, nel caso del latino questo costituisce la base della nostra cultura occidentale e risulta comunque profondamente diversa dalla nostra.

Per quanto riguarda la lingua anche solamente molti aspetti "pratici" arricchimento di lessico, logica...

quietriot ha scritto:

MadamaButterfly ha scritto:

A mio parere è necessaria una conoscenza approfondita della lingua e della grammatica latina, per poi comprendere al massimo gli autori di quell'epoca.
Non avrei mai potuto leggere Catullo o Cesare, senza conoscere discretamente la grammatica. Ma io studio latino in un liceo classico, ed è una cosa diversa.

io non credo, studiamo molti filosofi/intellettuali/letterati di altre lingue senza conoscere la loro, ma semplicemente tradotti. Leggere è diverso! E' ovvio non avresti potuto leggere Catullo e Cesare IN LATINO, ma a leggerli in traduzione (certo non è la stessa cosa) capisci comunque il loro messaggio che va oltre le parole. Nella traduzione molto si perde, si "tradisce" oltre a tradurre il testo, ma non per questo credo che bisogni avere una conoscenza approfondita di una data lingua per capirne gli autori.

Allora, io frequento il liceo scientifico, e noi dividiamo le ore di latino in classico e letteratura. Con il classico, prima facciamo una introduzione sull'opera da cui è tratto il brano, e sull'autore. Poi leggiamo i testi in latino, li mettiamo in costruzione e infine li traduciamo. Ben diversa è la letteratura. Studiamo la vita dell'autore, le caratteristiche dell'opera lo stile e il linguaggio usato. Sinceramente io comprendo il pensiero dell'autore, del poeta, anche prima di tradurre i testi, tramite lo studio appunto della letteratura. E leggendo i testi in latino e traducendoli, non faccio altro che avvalorare quello che già so. Cioè, dentro a quei testi, c'è il pensiero che ho già studiato precedentemente.

Per quel poco che ho letto in inglese concordo perfettamente con tutti quelli che dicono che il significato si riduce, nella traduzione. Prendiamo qualcosa di semplice: "Dumbledore" il nome originario di "Silente" di harry potter può essere tradotto con una miriade di significati che si riferiscono tutti al personaggio, la traduzione letterare era "calabrone" perché sempre in movimento o poteva riferirsi a un tipo particolare di cappello. I significati spesso mutano, anche impercettibilmente da una lingua all'altra perché i significati di una parola spesso non combaciano da lingua a lingua ...