paure, fobie e... coraggi

betsy* ha scritto:

Palma {Avril's Star. ha scritto:

betsy* ha scritto:

Palma {Avril's Star. ha scritto:

marty96 ha scritto:

Wow, non morire mai, come sarebbe monotona e priva di senso la nostra vita?
Io penso che è proprio grazie al fatto che sappiamo di dover morire ci godiamo la vita assaporando ogni momento. Io penso che una vita senza morte sarebbe una vita piena di noia e agonia

Si ma... quando pensi alla morte ,ad un certo punto, è come se smettessi di vivere...

1- non credo che tutti pensiamo alla morte... insomma, basti pensare a tutte le volte che ci lasciamo scappare delle occasioni d'oro!
E qui riporto una cvitazione dal linro "oceano mare" di Baricco...

"mi chiedo cosa stiamo aspettando"
"che sia troppo tardi, madame"

una delle frasi più sensate di questa vita.

2- dire che smettere di vivere quando pensiamo a qualcosa è assurdo °-° anzi, penso che pensando viviamo ancor più del solito. anche se pensiamo alla morte... anche perché, quando pensiamo alla morte, non pensiamo davvero alla morte! (non conoscendola, non possiamo davvero pensarla) possiamo solo pensare a ciò che dovremmo fare prima di morire o ad un'ipotetica vita dopo la morte (che è appunto un'altra vita, non la morte).

Io, personalmente, quando penso alla morte, smetto di vivere, non mi và più di fare nulla... perchè sono a conoscenza che un giorno tutto questo finirà.
Lo so che il mio pensiero potrà sembrare troppo articolato per una ragazza di 15 anni come me, ma la penso così.

E se anche finirà? Questo è sicuro, certo che finirà.
Quando qualcosa si inizia, per forza si ha da finire. Ma forse per questo stiamo a digiuno? perché poi dovremmo smettere di mangiare prima di prendere un'indigestione?
O forse per questo non amiamo, perché poi le amicizie e gli amori sono destinati ad una fine?
E forse per questo mai iniziamo a leggere un libro, perché se fosse bello smettere di leggerlo alla fine sarebbe devastante?

Lo so, questo è ovvio.
Io ho espresso solo un mio parere, quando penso al tema della "morte" io mi sento così.

La vita è qualcosa di precario; ma se non fosse così breve, potremmo dare davvero un valore a quello che viviamo?
Insomma come potremmo considerare valoroso qualcosa che potremmo eternamente avere? E come si potrebbe considerare bello, dolce, entusiasmante qualcosa che non avrebbe mai fine? Vivremmo senza ricordi, e le nostre sensazioni sarebbero così piatte scontate e banali, giacchè le avremmo sempre a disposizione; il tutto è anche il nulla, quindi vivere in eterno, è come dire essere stati per sempre morti.

Esatto, non avrebbe senso vivere su questa terra eternamente, proprio come ho detto prima, al vita sarebbe vuota e non avrebbe senso, proprio perché si muore, la vita ha un valore inestimabile

marty96 ha scritto:

Esatto, non avrebbe senso vivere su questa terra eternamente, proprio come ho detto prima, al vita sarebbe vuota e non avrebbe senso, proprio perché si muore, la vita ha un valore inestimabile

Quoto in pieno Marty...

Edwin Howard ha scritto:

Mary94 ha scritto:

Edwin Howard ha scritto:

Mary94 ha scritto:

[...] non riuscire a realizzare i mille progetti che ho in testa...sono queste la mie paure più grandi.. [...]

Questa è un'altra paura! :-/

Già.. ma basta solo un pò di buona volontà per superarla

Sì.
Crederci. E non smettere di sognare, mai. :-)
Queste sono le medicine per curare questa paura, anche se sembrerebbe facile a dirsi!

Ben detto Edwin !! basta solo crederci nei nostri sogni

Infatti, l'importante è crederci

Palma {Avril's Star. ha scritto:

Lo so, questo è ovvio.
Io ho espresso solo un mio parere, quando penso al tema della "morte" io mi sento così.

Associo l'idea della morte a qualcosa di negativo, poiché l'umanità porta a fare tale associazione. Per questo, sentirti dire che ti senti come se fossi morta, lo lego al sentirti dire che stai male.
E ciò non mi va giù.
Perché dovrai sbatterci la testa così tante volte, con l'idea della morte... e non voglio tu stia male ogni volta. La morte è qualcosa di naturale, si dovrebbe solo accettarlo.
O almeno io la penso così.

Possiamo scervellarci all'infinito sul tema della morte, ma l'unico modo per trovare una soluzione è morire. Non voglio istigarvi al suicidio <3

Comunque a me non preoccupa, insomma credo ci siano tre possibilità. Una vita nell'aldilà, la reincarnazione (e comunque dimentichi di essere morto) oppure il nulla, e non credo ci sia da temere per quest'ultimo poichè appunto è nulla, non ci si accorge di nulla.

*cinismo mode on*
Sono arrivata alla conclusione che la sofferenza per qualcuno che muore sia solo una forma di egoismo. Insomma, per la persona in questione non è un problema, perché o va in paradiso o muore proprio, ma si soffre solo perché non si può più disporre di lei.
Ma vergognandoci di questa invidia assurda, diciamo di essere spaventati dalla morte.
Meccanismo di difesa inconscio, intendo dire =.=

Trovo ugualmente triste l'idea che si possa star male per qualcosa di inevitabile.

La paura... è una sensazione che provo molto spesso, essendo molto insicura. Alcune delle paure che provo più spesso sono quella di perdere le persone che amo, quelle a cui tengo maggiormente e quella di non andare bene, di non essere conforme a ciò che richiede la vita, carica di ostacoli da affrontare e superare per poter crescere. Ciò che invece mi dà forza e coraggio è l'amore e, insieme ad esso, anche la scrittura, la musica e il ballo.
La scrittura e la musica sono il mio costante rifugio, perchè mi capita spesso di voler scappare dalla vita, dal presente e rifugiarmi in qualcosa di certo. Il ballo, invece, per me è quasi uno sfogo, perchè quando ballo non penso ad altro che a seguire la musica che amo e lasciarmi andare al suo ritmo; è lei la mia padrona.

Io penso che stare male per la perdita di qualcuno, sia l'impatto iniziale che questa cosa ha su noi stessi; non si potrebbe evitare un dolore iniziale.
Tuttavia, col passare del tempo, molte persone di immergono in una vita parallela, nella quale dialogano con i propri figli che ormai non ci sono più, puliscono maniacalmente le loro cose, preparano persino la colazione per loro: questi sono gli effetti di coloro che non accettano la morte di un proprio caro.
Far finta che qualcuno sia ancora in vita causa un duplice dolore: la consapevolezza recondita che stiamo vivendo una vita irreale basata sul nulla, e il fatto che la propria vita quella vera, finisce per dissolversi e non esistere più.
La perdita è qualcosa che va accettata gradualmente, per imparare a crescere, e a vivere, anche perchè coloro che sono andati via da noi, non avrebbero mai voluto la nostra tristezza, bensì la nostra felicità.

small_delighter ha scritto:

La paura... è una sensazione che provo molto spesso, essendo molto insicura. Alcune delle paure che provo più spesso sono quella di perdere le persone che amo, quelle a cui tengo maggiormente e quella di non andare bene, di non essere conforme a ciò che richiede la vita, carica di ostacoli da affrontare e superare per poter crescere. Ciò che invece mi dà forza e coraggio è l'amore e, insieme ad esso, anche la scrittura, la musica e il ballo.
La scrittura e la musica sono il mio costante rifugio, perchè mi capita spesso di voler scappare dalla vita, dal presente e rifugiarmi in qualcosa di certo. Il ballo, invece, per me è quasi uno sfogo, perchè quando ballo non penso ad altro che a seguire la musica che amo e lasciarmi andare al suo ritmo; è lei la mia padrona.

La scrittura e la musica ti sembrano una realtà più certa rispetto al presente?
Questo mi incuriosisce: spiegati meglio =)

anche a me incuriosisce

Io soffro di blemofobia, che è una paura stupidissima: la paura delle lumache.
Non ridete, vi prego

Devo anche ammettere che spesso mi ritrovo a pensare che la solitudine sia piuttosto, come dire, spaventosa. Quando non ci sono accanto a me le persone a cui voglio bene, quando sono circondata da estranei o malintenzionati o da persone che non mi capiscono sufficientemente da abbattere le barriere dei pregiudizi, mi sento come vulnerabile: certo, essendo espansiva ed anche piuttosto logorroica non mi trattengo ed esprimo come una pazza esaltata e forsennata le mie opinioni, ma dentro di me sento di non essere accettata, di rappresentare l'evidente minoranza, quasi di non essere al sicuro.. Ed è una cosa strana e nuova per me, che sono piuttosto sicura di me stessa (se no come farei a sperare di cantare nei teatri importanti, un giorno? xD).

Voi cosa ne pensate?

A me fanno impressione xD ma non ho paura, tranquilla non devi vergognarti

marty96 ha scritto:

tranquilla non devi vergognarti

Grazie per la solidarietà

Figurati

Non bisogna mai vergognarsi dei propri timori, alla fine sono anche le nostre paure a renderci speciali non credi?
Per quanto riguarda la solitudine, è una sensazione che spesso proviamo, che ci rende volubili e incompresi.
Io ad esempio quando sento in assemblea di classe parlare male di Pirandello, Moravia, e altri autori, preferisco uscire, perchè nonostante io cerchi di battermi per poter convincere i miei compagni della strordinarietà dei libri da loro scritti, ogni sforzo si rivela inutile.
Noi semi-scrittori, mezzi-artisti, siamo sempre e costantemente la minoranza, tranne quando ci troviamo in un contesto specifico, tipo scrivoanchio, dove più o meno abbiamo le stesse ideologie; ecco perchè questo formun è davvero bello, perchè non sei mai solo!

Hai proprio ragione, concordo pienamente con te

Deneb D. ha scritto:

Non bisogna mai vergognarsi dei propri timori, alla fine sono anche le nostre paure a renderci speciali non credi?
Per quanto riguarda la solitudine, è una sensazione che spesso proviamo, che ci rende volubili e incompresi.
Io ad esempio quando sento in assemblea di classe parlare male di Pirandello, Moravia, e altri autori, preferisco uscire, perchè nonostante io cerchi di battermi per poter convincere i miei compagni della strordinarietà dei libri da loro scritti, ogni sforzo si rivela inutile.
Noi semi-scrittori, mezzi-artisti, siamo sempre e costantemente la minoranza, tranne quando ci troviamo in un contesto specifico, tipo scrivoanchio, dove più o meno abbiamo le stesse ideologie; ecco perchè questo formun è davvero bello, perchè non sei mai solo!

Hai ragione, concordo pienamente con te.. Grazie per le tue belle parole

"Homo sum, humani nihil a me alienum puto"
"Nulla di umano mi è estraneo". Terenzio.

Questa citazione dovrebbe emblematicamente voler dire, che nessun essere umano può considerarsi estraneo ad un altro, giacchè siamo fatti della stessa carne, di sfumature dello stesso spirito.
Questo però non avviene quasi mai; pensiamo a quando incontriamo qualcuno che non conosciamo, immediatamente lo etichettiamo come un estraneo, e non riponiamo in lui la minima fiducia; inizia così a svilupparsi la solitudine, non solo per la persona che ci sta vicino, ma per noi stessi, giacchè non riusciamo ad aprirci, ma ci chiudiamo in noi stessi.

Io credo tuttavia, che le persone realmente sole, siano coloro che non riescono a guardare nel loro profondo, quasi avessero paura di scoprirsi, di conoscersi: per questo si interessano degli altri, cercano amici, pensano di conoscere il mondo, ma in realtà non hanno neanche una vera percezione di loro stessi.

Deneb D. ha scritto:

Io credo tuttavia, che le persone realmente sole, siano coloro che non riescono a guardare nel loro profondo, quasi avessero paura di scoprirsi, di conoscersi: per questo si interessano degli altri, cercano amici, pensano di conoscere il mondo, ma in realtà non hanno neanche una vera percezione di loro stessi.

Questo però non significa che tutte le persone che si interessano agli altri e che cercano degli amici siano essenzialmente sole in questa maniera di intendere l'aggettivo.. Forse sono semplicemente aperte, socievoli e generose.

MadamaButterfly ha scritto:

Deneb D. ha scritto:

Io credo tuttavia, che le persone realmente sole, siano coloro che non riescono a guardare nel loro profondo, quasi avessero paura di scoprirsi, di conoscersi: per questo si interessano degli altri, cercano amici, pensano di conoscere il mondo, ma in realtà non hanno neanche una vera percezione di loro stessi.

Questo però non significa che tutte le persone che si interessano agli altri e che cercano degli amici siano essenzialmente sole in questa maniera di intendere l'aggettivo.. Forse sono semplicemente aperte, socievoli e generose.

Si, questo sicuramente, il mio era un caso specifico, diciamo anche anomalo

Deneb D. ha scritto:

Si, questo sicuramente, il mio era un caso specifico, diciamo anche anomalo

Ok, capito, scusami >_<