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 Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia

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Feldia
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MessaggioTitolo: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyMar Lug 10, 2012 12:27 pm

A voi la responsabilità di andare a caccia di info rispetto agli eventi del mercoledì. Chi sono i personaggi coinvolti? Da dove vengono? Cosa fanno? Come possono contribuire al vostro percorso di giovani scrittori? E... tutte le altre domande che vi vengono in mente!
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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyMer Lug 11, 2012 1:33 pm

Ecco, questi del 18 saranno per me senza dubbio i laboratori più interessanti e stimolanti, non tanto per gli ospiti, quanto per gli argomenti che verranno affrontati: quando parla di scrittura politica, di mafia, di società, è inutile, a me viene immediatamente da pensare al mio amato giornalismo I love you
Detto questo, parliamo un attimo degli ospiti.
Fini e Veltroni. Vabbè, penso non ci sia poi tanto da dire, si sa già praticamente tutto. Per ulteriori informazioni, www.wikipedia.it e verrà sciolto ogni dubbio e soddisfatta ogni curiosità Smile
Mi soffermerei giusto un attimo sul rapporto che hanno questi due grossi nomi con il mondo della scrittura.
Veltroni, infatti, prima di arrivare alla segreteria del PD, è stato direttore de "L'Unità" ed ha seguito una carriera giornalistica davvero atipica(nulla di dispregiativo, e vi spiego il perchè): infatti, nel momento in cui egli fu nominato direttore de "L'Unità", era giornalista pubblicista, e non professionista, e ha intrapreso il percorso per il professionismo durante la sue gestione del giornale, che è una cosa davvero molto rara nel mondo del giornalismo. Oltre ad aver scritto, come è chiaro che sia, libri di natura politica, si è dedicato anche ad opere di narrativa. "Come possono contribuire al nostro percorso di giovani scrittori?" Beh, rimanendo ancora a Veltroni, senza dubbio dandoci consigli, specialmente a quelli che, come me, sono innamorati del giornalismo e vorrebbero intraprendere quella carriera. Proposte? Domande? Ecco qualche mio spunto. Sicuramente ci sarebbe da chiedergli come ha vissuto questa carriera "anomala" e quale percorso suggerirebbe a chi vuole intraprendere questa strada.
Gianfranco Fini ha pubblicato cinque libri(non fatemi trascrivere tutti i titoli), l'ultimo "L'Italia che vorrei". Ad entrambi io chiederei, in tono pacifico e non polemico, quanto può risultare difficile e se può risultarlo, per uomini ovviamente e palesemente schierati politicamente, scrivere in maniera neutrale Smile

Parliamo adesso delle attività del mattino.
Don Aniello Manganiello: non me ne abbia a male, se mai dovesse leggere questo post, ma ne abbiamo già parlato parecchio, è inutile ripetere tutto XD lo conosciamo bene Smile
Antonio Laudati, procuratore capo di Bari. Ecco qualcosina sulla vita in sintesi:
"Antonio Laudati nasce a Forino nel 1954. Il padre Angelo, insegnante, fu sindaco amato e stimatissimo tra il 1954 e il 1956, in luogo del dimissionario Adolfo Laudati, chiamato in Etiopia per motivi professionali. Morì giovanissimo e il futuro magistrato si trovò ad essere orfano a soli 6 anni. Ha due fratelli, Angelo, attualmente primario ortopedico a Villa Betania a Roma, e Alfonso, che è stato anche graditissimo ospite del guestbook del sito. Frequentò le scuole ad Avellino presso il Convitto Nazionale Colletta dove conseguì la maturità classica. Si laureò in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli. Appena laureato vinse il concorso per l’insegnamento nei convitti nazionali e dopo due anni di permanenza in quello di Maddaloni venne trasferito ad Avellino. Successivamente vinse anche il concorso per Commissario di Pubblica Sicurezza.

Partecipò poi anche al concorso in magistratura e viene assegnato a Lecco come primo incarico. Poi il ritorno in Irpinia, presso la Procura della Repubblica di Avellino, negli anni in cui l’ufficio passa da Ferrante a Gagliardi. Qui Laudati fa parte, come sostituto, di un gruppo coeso sul piano investigativo. Poi il trasferimento a Napoli alla Dia, come sostituto procuratore all’antimafia, a fianco del procuratore Grasso. Nominato nel 2007 Direttore degli Affari Penali del Ministero di Grazia e Giustizia, incarico che fu anche del compianto Giovanni Falcone. Recentemente è stato nominato Procuratore Capo di Bari.

Sposato con un magistrato napoletano, ha tre figli."

Ha scritto il libro "Mafia pulita" con Elio Veltri, edito da Longanesi.
Qualche spunto? u.u
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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyMer Lug 11, 2012 1:41 pm

Bravissimo Andre'. Sì, anche io interessato come te al giornalismo, vorrei avere impressioni e consigli da lui a riguardo.
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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyMer Lug 11, 2012 1:43 pm

andrea e in particolare gli altri, magari potreste scendere proprio nel merito delle opere che questi autori (politici e non) hanno pubblicato finora Wink
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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyMer Lug 11, 2012 1:45 pm

io credo di averlo fatto, ma nn so se in maniera idona
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Giuseppe R. ha scritto:
Bravissimo Andre'. Sì, anche io interessato come te al giornalismo, vorrei avere impressioni e consigli da lui a riguardo.

Grazie Pè Smile
Feldia: sarà fatto al più presto Smile E' in arrivo, per i laboratori del 17, la traduzione di un articolo del NY Times di dicembre 2011 sulla violenza sulle donne, con dei dati... importanti, che si potrebbero magari utilizzare come perno per aprire qualche discussione con le professoresse sociologhe Smile
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Simona96

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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyMer Lug 11, 2012 3:19 pm

A scuola abbiamo letto qualche capitolo di "Mafia pulita", interessante senza dubbio, ma forse non completamente adatto per una lettura "narrativa" ^^ "
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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyMer Lug 11, 2012 4:10 pm

grazie per l'aiuto, Andrè ^^ quindi mi darò alle ricerche sugli altri libri, anche se fino ad ora non avevo mai approfondito l'argomento... c'è sempre una prima volta, obvious.
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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyGio Lug 12, 2012 9:34 am

Girovagando per qualche info in più su Fini, ho trovato un particolare che mi era sconosciuto e degno d'un certo interesse: tutti sanno che la sua carriera politica è stata ricca di cariche d'un certo peso e ha conosciuto rapide salite così come occhiate storte, ma quando dici il caso... Infatti il Presidente della Camera ha dichiarato di essere stato un giovane completamente disinteressato alla politica, e che un giorno avendo semplicemente deciso di vedere un film si ritrovò per una sel... ah no, nel bel mezzo di scontri ad opera di estremisti contrari alla proiezione di tale pellicola, favorevole alla guerra in Vietnam. E in seguito a questo avvenimento, s'iscrisse alla Giovane Italia. E a questo proposito le mie curiosità sarebbero: quant'è facile, o ragionevole, decidere d'accostarsi alla politica fin da giovani? Non fraintendetemi: so che qui bisogna imparare a districarsi tra simili faccende presto, piuttosto intendo non è più accentuato il rischio di venire influenzati con maggiore facilità in giovani più malleabili? Certo, l'influenzabilità purtroppo, così come la fiducia nelle proprie idee, è cosa facilmente reperibile anche nell'età adulta, e così via in una spirale infinita. Per chi non è ancora maturato non è difficile fare proprie idee che, se approfondite o riesanimate, si rivelano diverse da com'erano state pensate.
Andando avanti, in merito al suo essere caratterizzato dall'allontanamento progressivo dalle tipicità del proprio partito originario, mi sono chiesta se questo potesse essere interpretato come incostanza o come intelligenza: l'ho trovato un buon quesito, nonostante pensi che se i cambi d'opinione sono esclusivamente dettati dalle proprie riflessioni e dai mutamenti nelle proprie prospettive, parliamo d'intelligenza; se poi si tratta di convenienze, cosa ahimè per niente escludibile... il discorso è diverso.

Ho trovato info anche sul libro di cui parleremo il diciotto, ovvero Il futuro della libertà. Consigli non richiesti ai nati nel 1989.
Di cosa ci parla questo politico definito non più di destra, apprezzato dalla sinistra, e definito "uomo del cambiamento"? La chiave delle 165 pagine sta proprio nella libertà presentata dal titolo: infatti vengono offerti gli scenari politici del presente attraverso le opinioni contrastanti nel tempo dello scrittore, e il pubblico designato è di ventenni, in rappresentanza del futuro a cui tanto spesso si guarda. Quali gli obiettivi? Speranza e ottimismo. Non mancano le lingue che suggeriscono si tratti solo di un modo per pubblicizzare la propria politica mediante l'ostentazione della propria cultura (a dar legna da ardere per tale opinione gli onnipresenti riferimenti illustri, tra i quali non manca ovviamente Primo Levi, riguardo al periodo fascista con leggi razziali et cetera annesse e connesse). Un occhio di riguardo verso questa libertà che non collegata a contenuti rischia di essere un guscio vuoto. Non basta la libertà DA (es. dall'oppressione) ma occorre la libertà DI (es. di promuovere i diritti). Questa libertà diventa perno per tutto il resto, come vorremmo un po' tutti, no? (cos'è la libertà oggi?)


Coming soon... qualche nozione sugli altri libri dello stesso autore; intanto, nell'attesa di scoprire di più anche su "L'inizio del buio", ho trovato un particolare che m'ha colpita: a quanto pare non pochi occhi si sono sgranati nel leggere che non si trattava di un libro politico, sull'esperienza, il credo, le speranze di Veltroni, bensì di pagine che affrontano un discorso ben più serio sul rapporto tra media e nazione, orrori e realtà... prossimamente sugli schermi dei vostri computer Very Happy
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bravissimi ragazzi! Andrea, condividi l'articolo di cui parli, certamente potrà essere interessante riportarne spunti nell'incontro con le sociologhe
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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyVen Lug 13, 2012 3:16 pm

Alor, ho cercato qualcosa (e con pochi risultati seriamente utili) sugli altri libri di Fini.

Un'Italia civile: si tratta di un'intervista ad opera di Marcello Staglieno, nella quale si tratta della politica italiana e della necessità di "ricostruire" eletti ed elettori (concetto interessante, ma a quale "ditta" affidarsi... ?). Concetto base è che i primi re-imparino ad avere fiducia nel sistema politico e i secondi comincino ad assumersi tutte le responsabilità e i doveri, non solo i piaceri, del comando.

L'Europa che verrà. Il destino del continente e il ruolo dell'Italia: qui si esaminano rapporti tra Italia ed Europa, e fra Europa e America nell'apparente ottica di una auspicabile (o no?) cooperazione; sotto il mirino UE e NATO, e persino le radici cristiane del vecchio continente, con sguardo aperto anche a questioni 'nuove' come la regolazione del fenomeno crescente dell'immigrazione. Ho trovato anche un link interessante difficile da citare in proposito: dateci un'occhiata. http://books.google.it/books?id=ZzwnXYn8D-MC&pg=PA101&lpg=PA101&dq=l'europa+che+verr%C3%A0.+il+destino+del+continente+e+il+ruolo+dell'italia&source=bl&ots=WIBD3V3zCw&sig=hflvO6Pn6sRc9Nh_KB9KyyLeYDg&hl=it&sa=X&ei=kx4AUP2uF5SP4gSWge2LCA&ved=0CFcQ6AEwBQ#v=onepage&q=l'europa%20che%20verr%C3%A0.%20il%20destino%20del%20continente%20e%20il%20ruolo%20dell'italia&f=false
L'Italia che vorrei: a quanto pare qui ci sono chiare e precise idee politiche, senza tentare di celare/nascondere/confondere come succede spesso (oppure sì? In ogni caso, ambasciator non porta pena). Non sono stati tagliati fuori attacchi alla Lega durante la presentazione del libro, che è stato etichettato da più pareri come 'da leggere' per tutti, sostenitori e oppositori delle attuali linee, di destra, sinistra, rovescio, dritta, centro e vie di mezzo, come modo per buttarsi anche nelle idee di chi la politica la 'vive' in prima persona, e per trovare punti di contatto e differenze. Molte le proposte su Italia e Europa, futuro e presente, forse farcite da quell'ottimismo che ritroviamo anche ne Il futuro della libertà, e presenti anche le numerose "questioni irrisolte" italiane; ovviamente tra i "titoli di coda" l'irrinunciabile appello ai giovani, ormai una costante nei libri Finiani.


L'inizio del buio: come avevo anticipato, non si tratta di un libro sulla politica: Veltroni, con piglio da giornalista nel raccogliere fonti, interviste, dati più precisi possibile, li restituisce al lettore sotto forma di racconto. Il libro tratta due avvenimenti paralleli, due morti, quella di Alfredo Rampi e quella di Roberto Peci, entrambe seguite dai media come mai prima d'allora, media che hanno stravolto i salotti italiano confondendo realtà e reality, in una versione grottesca del "Grande Fratello". Alfredo era un bambino che cadde in un pozzo e i soccorsi, costantemente sotto i riflettori, che avrebbero dovuto salvarlo vengono più facilmente paragonati a un "circo"; diventò per tutti Alfredino, ogni famiglia sembrava la sua, ciascuno rimase catturato dallo schermo col fiato sospeso davanti alle immagini della sua fantomatica "salvezza". Vi ricorda qualcosa? Sì, è piuttosto attuale, come è evidenziato nel corso delle pagine. Incontriamo anche Roberto Peci, condannato a morte dalle Brigate Rosse per una "colpa" non sua, e per giunta in diretta tv. Ed è qui che i nostri grandi mezzi d'informazione sono diventati drammaticamente un po' meno padroni delle proprie azioni e un po' più vittime delle richieste del proprio pubblico. Si comincia così a strumentalizzare le notizie: il pubblico sarà sempre più importante. I cittadini, in prospettiva, sempre meno.

Non male questo discorso, sarebbe interessante una discussione sul ruolo dei media e sul loro (enorme) potere. Discussione sempre ricca di pareri.
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Onestamente, ho provato più volte a evitare di deformare la pagina, ma il Rosso è contro di me ._.
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Simona96

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Non si è deformato niente xD
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Wow, a me sì -w-
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Perchè tu puoi vedere i tuoi link, ma noi no, così come tu non puoi vedere i link che pubblichiamo noialtri.. o sbaglio? xD
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Oh, giusto *w*
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Mi sono informato sui libri di cui discuteranno Gianfranco Fini e Walter Veltroni e devo dire che le tematiche affrontate sono davvero interessanti e che, da esse, si potrebbero aprire dei discorsi potenzialmente infiniti, vista la vastità degli argomenti (la crisi, l'informazione, il diritto di cronaca)! Il tempo stringe, ma spero di riuscire a trarre da queste recensioni delle domande interessanti da porre ai due protagonisti del nostro laboratorio Very Happy Oltretutto, vista la tematica generale del laboratorio ("La scrittura politica: nè di destra, nè di sinistra") potremmo affrontare argomenti quali "i giovani e la politica", "il modo di essere uno scrittore di temi politici" ecc.



Ecco, comunque, gli spunti sui due libri!



FINI

Il Presidente Fini scrive, idealmente, a coloro i quali possono legare la loro data di nascita ad un avvenimento destinato a cambiare, in maniera irreversibile, il mondo.

È un avvenimento, quello della caduta del muro di Berlino destinato a spaccare la storia in due parti: il prima ed il dopo muro. Il prima ci racconta di due blocchi contrapposti, di guerre mondiali, di guerra fredda, di crisi nucleare dietro l’angolo.

Il dopo muro è la stagione della libertà.

I nonni dei ragazzi dell’ ‘89 hanno combattuto, spesso lontano dalle loro famiglie (in Russia, in Grecia, in Albania, in Africa gli italiani). Hanno vissuto la crescita del dopoguerra. Hanno, da ultimo, sperimentato il boom economico.

I genitori dei ragazzi dell’ ’89 hanno vissuto sulla scia della stagione del boom economico ed ora, da ultimo, si stanno misurando con una crisi senza precedenti per il nostro Paese.

I ragazzi dell’ ’89 sono quelli che ci dovranno traghettare verso lo sbocco dalla crisi.

Il messaggio del dopo muro è chiaro. Mai più totalitarismi. Mai più privazione della libertà.

A noi giovani il compito di far si che i valori di libertà, di tolleranza, di democrazia diventino irrinunciabili per la nostra democrazia.

A noi giovani il compito di incarnare, con il nostro vissuto, quei valori di libertà, di tolleranza, di democrazia.



VELTRONI

La trama dell’“Inizio del buio”. Veltroni racconta in quindici capitoli le vite parallele di Alfredo Rampi e di Roberto Peci e ricostruisce le ore in cui il nostro paese ha cambiato per sempre il proprio rapporto con i mezzi dell’informazione attraverso il ricordo degli ultimi istanti di vita di quel bimbo di sei anni, finito trent’anni fa in un pozzo di Vermicino, e di Roberto Peci, fratello di un famoso brigatista pentito (Patrizio Peci) condannato a morte dalle Brigate rosse alla stessa ora, dello stesso giorno, dello stesso anno in cui Alfredino cadde in quel pozzo a pochi chilometri da Roma.

La tragedia di Alfredino Rampi irrompe nelle case di tutti gli italiani come non era mai successo prima.

Tutta l’Italia ha tenuto il fiato sospeso, ha pregato, ha sperato, ha gioito quando sembrava che il bambino potesse essere salvato, infine si è stretta attorno alla famiglia, alla mamma soprattutto.

Da Alfredino, a Cogne, ad Avetrana.

Il diritto di cronaca prima di tutto?
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Ricercando materiale su don Aniello, mi ha colpito molto la sua frase "...oggi la Chiesa ha perso la sua vocazione ad essere sale, luce, ad impegnarsi per la giustizia. Il clero si è assuefatto ad una mediocrità scandalosa." Sono pienamente d'accordo con lui. La Chiesa, come dice lo stesso autore, si occupa più di politica che di aiutare la gente realmente bisognosa, come quella che vive il dramma della mafia. Il tema del suo libro "Gesù è più forte della camorra" è proprio questo: il rapporto fra la Chiesa e la mafia. Lui si chiede come mai, di fronte a tanto orrore, i mafiosi continuino a comportarsi così. Afferma che essi non possono cambiare perchè nessuno, da giovani, gli è stato accanto e li ha indirizzati. Ciò ci fa riflettere su come la gente dei centri come Scampia vada aiutata, accompagnata e sostenuta (camminandole accanto - a proposito, bello il momento in cui don Aniello dice che lì bisogna camminare a piedi, e non con la macchina, appunto per stare vicino alla gente), difesa e portata via dai sentieri della criminalità. La Chiesa, in tutto questo, deve giocare un ruolo da protagonista, ed essere sempre attenta in questa lotta.

E' un tema che mi piace molto, avendolo affrontato a più riprese quest'anno a scuola. Anche in questo caso gli argomenti che si potrebbero affrontare sono tantissimi.
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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyDom Lug 15, 2012 4:51 pm

Per quanto riguarda Laudati, non ho trovato moltissimo su di lui e sul libro "Mafia pulita". So che l'opera evidenzia la recente trasformazione della mafia che non è più quella "tradizionale", ma che è diventata un'organizzazione imponente e capillare, che non si macchia più le mani di sangue ma muove i grandi capitali e gestisce l'economia mondiale, rendendosi pericolossisima e irriconoscibile, visto che il mafioso di turno può nascondersi sotto i panni di uno spesso insospettabile imprenditore milanese. L'argomento mi trova preparatissimo: quest'anno abbiamo letto e analizzato un libro che tratta le medesime tematiche, "Il vigneto del presente", di Filippo Rosaci (ho anche avuto il piacere di conoscere e intervistare l'autore), che invito tutti a leggere. Anche in questo caso, il tema trattato nel nostro laboratorio ci spalanca svariate porte: il rapporto mafia-economia può essere analizzato sotto tantissimi punti di vista!
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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyDom Lug 15, 2012 9:08 pm

Allora, inserisco un po' del materiale che mi ha inviato Davide (questo è tutto lavoro suo).

Prima di tutto ecco ciò che ha trovato di interessante riguardo Veltroni.

. Sua madre, Ivanka Kotnik, era figlia dello sloveno Ciril Kotnik, ambasciatore del Regno di Jugoslavia presso la Santa Sede, che dopo l'armistizio del 1943 aiutò numerosi ebrei romani a scappare dalla persecuzione nazifascista[3]. Si avvicinò, come il padre, al mondo del cinema dopo la bocciatura in prima superiore, e successivamente maturò le prime esperienze politiche. Walter Veltroni ha conseguito nel 1973 il diploma di istruzione secondaria superiore rilasciato dall'Istituto di stato per la Cinematografia e la Televisione.
Ha cominciato a dedicarsi all'attività politica come segretario della cellula della Fgci, l'organizzazione giovanile del partito comunista

. Nel 1992, nonostante all'epoca fosse soltanto giornalista pubblicista, è stato nominato direttore de L'Unità, dove ha svolto la pratica che gli ha consentito di accedere agli esami da giornalista professionista, superati il 12 luglio 1995. Quando era direttore dell' Unità il giornale fu rilanciato con grandi novità: la pubblicazione in allegato di libri e videocassette per la prima volta con continuità tra i quotidiani italiani e la "divisione" del giornale in due dorsi, con "l'Unità due" che si occupava approfonditamente di cultura e società. Negli anni della sua direzione l'Unità ha riscosso un incremento di vendite passando dalle 117.000 copie del 1992 alle 151.000 del 1995.


. Si impegnò per i restauri e le riaperture di importanti monumenti nazionali come la Galleria Borghese, Palazzo Altemps e Palazzo Massimo a Roma, la reggia di Venaria in Piemonte. Varò il meccanismo di assegnazione delle risorse provenienti dalle estrazioni del Lotto per finanziare il restauro dei beni culturali, lanciò i musei aperti anche la sera.


I risultati ottenuti nella valorizzazione e nel recupero dei beni culturali gli sono stati riconosciuti in Francia, dove fu insignito, nel maggio 2000, della Legion d'Onore. Nel 2001 venne scelto dal centrosinistra come candidato a sindaco di Roma: Veltroni fu eletto con il 53% dei voti

Barack Obama[4], di cui è stato uno dei primi sostenitori fuori dagli Stati Uniti

Nel 2008 il Los Angeles Times ha riportato un articolo dove lo definisce "la controparte italiana di Obama"[6].


Pur essendo non-credente ("credo di non credere"), da sindaco di Roma diede la cittadinanza onoraria a papa Giovanni Paolo II e propose di intitolargli, subito dopo la sua morte, la stazione Termini.

Sette anni nei quali le sue Giunte hanno approvato il Piano regolatore che Roma attendeva da più di quarant'anni, realizzato il nuovo Auditorium, il call center “060606”, il primo Piano regolatore sociale che una grande città abbia mai avuto. Tra i dati forniti dall'amministrazione capitolina al termine del suo mandato ci sono i posti negli asili nido praticamente raddoppiati e il boom del turismo, con un numero di visitatori superiore a quello raggiunto nel Giubileo. Grande l'impegno per la cultura, con la “Notte Bianca”, i grandi concerti gratuiti, le iniziative di solidarietà in Africa e i viaggi della memoria ad Auschwitz. Veltroni recentemente ne ha tratto un bilancio: "Nel complesso a Roma si respirava, in quegli anni, un “clima” di apertura e di tolleranza, di solidarietà e di accoglienza, che nessuno che sia in buona fede può non ricordare".



Alcuni suoi provvedimenti e dichiarazioni in qualità di sindaco hanno suscitato perplessità e polemiche, tra gli altri: l'aver promosso la costruzione di un parcheggio multipiano interrato al Pincio, da molti giudicato incompatibile coi beni artistici di Roma

Veltroni presenta la sua candidatura come segretario del PD alle primarie del Partito Democratico il 27 giugno in un discorso al "Lingotto" di Torino, sottolineando i quattro temi chiave del nuovo partito: ambiente, patto generazionale, formazione, sicurezza


Veltroni è stato eletto segretario con il 75% dei consensi

A seguito della caduta del secondo governo Prodi, Veltroni ha annunciato che il Partito Democratico avrebbe corso da solo alle elezioni politiche


Per poter presentare la propria candidatura alle elezioni, in base alla legislazione vigente, Veltroni ha rassegnato le dimissioni da sindaco - nell'attesa delle nuove elezioni comunali. Alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008 il partito guidato da Veltroni ha ottenuto circa il 33% dei consensi, mentre la coalizione opposta lo ha superato di circa 5 punti.

il governo nazionale e lo stesso Alemanno hanno insieme reso nota l'esistenza di un grave indebitamento del Comune di Roma, ammontante a circa 8,1 miliardi di euro, che sarebbe stato ereditato dall'amministrazione veltroniana[11]. Veltroni ha respinto ogni accusa, dichiarando che il presunto buco di Roma sarebbe una bufala politica dato che il debito pubblico della città è cresciuto negli ultimi anni meno che nello Stato o in altre grandi città ed è comunque imputabile a mancati trasferimenti dalla Regione:"È inferiore, per fare un esempio, a quello di Milano", afferma il leader del PD[12]. La cifra citata da Alemanno è stata poi ridotta dall'agenzia di rating Standard & Poor's del 20% circa, a 6,9 miliardi di euro[13].

2009, a seguito della pesante sconfitta del PD nelle elezioni regionali in Sardegna, si è dimesso dall'incarico di segretario del PD, confermando l'irrevocabilità delle proprie dimissioni in un discorso del giorno successivo[14].

Nel febbraio 2010 tiene a battesimo la fondazione "Democratica", di cui diventa il primo presidente. Alle attività di questa fondazione, che Veltroni ha ribadito non essere una corrente del Partito Democratico, partecipano alcuni politici vicini all'ex sindaco di Roma


Quando fu eletto sindaco di Roma, Veltroni promosse attività culturali in collaborazione con le scuole; , inaugurò con gli studenti delle scuole romane una serie di viaggi in paesi dell'Africa volti a sensibilizzare gli studenti sul tema della povertà nel Terzo Mondo e per donare, con i soldi raccolti dagli studenti, nuove strutture, specialmente scuole, ai paesi visitati. Il primo viaggio, svoltosi nel 2004, ha avuto come meta ilMozambico, il secondo, del 2005, si è svolto in Ruanda, il terzo, del 2007, è stato in Malawi. Nel 2007 invece scrisse il soggetto di un corto per il programma ScreenSaver di Rai Tre che è stato sviluppato con i ragazzi della sua ex-scuola media. Nello stesso periodo, ha organizzato un ciclo di incontri sul tema "Che cos'è la politica".

Appassionato di pallacanestro e tifoso della Virtus Roma, il 7 novembre 2006 è stato nominato Presidente Onorario della Lega Basket. Ha inoltre appoggiato la costruzione di diversi nuovi impianti sportivi e la candidatura di Roma per iGiochi olimpici estivi - Sempre nel 2006 si è fatto promotore di CINEMA. Festa Internazionale di Roma, festival cinematografico della capitale

in più di un'occasione ha ammesso pubblicamente di non essere mai stato veramente comunista («Si poteva stare nel Pci senza essere comunisti. Era possibile, è stato così»)

La Stampa (1999) dichiarò «Comunismo e libertà sono stati incompatibili. Questa è la grande tragedia dopo Auschwitz». E ancora: «Io ero un ragazzo, allora, ma consideravo Brežnev un avversario, la sua dittatura un nemico da abbattere».

Secondo il libro di Michele De Lucia, "Il Baratto"[16], Walter Veltroni, come responsabile Comunicazioni di massa del PCI e seguendo la linea del partito all'epoca, avrebbe aiutato a ratificare nel 1985 il decreto di Craxi che permetteva a Silvio Berlusconi di aggirare la decisione di tre pretori del 16 ottobre 1984 di procedere al sequestro nelle loro regioni di competenza del sistema che permetteva la trasmissione simultanea nel Paese di tre canali televisivi. Questo in cambio, sempre secondo il libro, di Rai 3 al PCI

Ospite della trasmissione Che tempo che fa (8 gennaio 2006) Veltroni dichiarò che, in caso di rielezione a sindaco di Roma, avrebbe concluso la sua carriera politica alla fine del mandato nel 2011

a Treviso le strade sono più curate che a Roma, Veltroni rispose: «Sì, ma per niente al mondo scambierei il concetto di integrazione che c'è a Treviso con quello che abbiamo a Roma». Questa critica rivolta alla provincia veneta, prima in Italia nel 2006 in fatto di integrazione razziale secondo la Caritas[21], provocò reazioni bipartisan tra i politici locali

La scelta di Veltroni e della classe dirigente del Partito Democratico di non allearsi con l'area della sinistra radicale per le elezioni del 2008, è stata oggetto di critiche da parte della sinistra radicale stessa, che ha attribuito la responsabilità della propria scomparsa dal Parlamento

Eugenio Scalfari[27], secondo cui l'accusa contro Veltroni sarebbe «ai confini dell'assurdo». Lo stesso Romano Prodi

si disse favorevole alla linea politica di Veltroni di "correre da soli"[29]. A due giorni dal voto Prodi osservò come i responsabili principali della caduta del suo governo, i partiti della sinistra radicale e l'UDEUR, fossero rimasti spazzati via dalle elezioni e commentò il fatto con le parole «si dorme nel letto che si è preparato»

La linea politica, voluta e sostenuta da Veltroni, di dialogo con le forze di maggioranza anche su temi come la giustizia è stata spesso percepita all'interno della sinistra, e del partito stesso, come troppo debole: in particolare il movimento dei girotondini ha criticato la linea politica perseguita da Veltroni, accusata di essere eccessivamente accondiscendente con Berlusconi


Per questi motivi, è stato più volte definito da Beppe Grillo "il miglior alleato di Berlusconi"

Anche Giulietto Chiesa commentò l'esito delle elezioni evocando la fine della democrazia in Italia e attribuendone la principale responsabilità a Veltroni e ai banchieri italiani che ne avrebbero sostenuto la campagna elettorale

parte della responsabilità della caduta del suo governo anche alla decisione di Veltroni di sganciarsi dalle ali estreme della coalizione dell'Unione. Secondo Prodi quella decisione causò infatti un'accelerazione della crisi in corso.

La trasmissione ha riportato numeri e modalità con cui si sarebbe compiuto un vero e proprio "sacco urbanistico" ai danni della città, attraverso l'approvazione del nuovo Piano Regolatore, che ha permesso ai costruttori di edificare ben 70 milioni di metri cubi di cemento, per un consumo di territorio naturale di almeno 15 000 ettari (una superficie più grande di quella del comune di Napoli).





Riguardo il Fini laureato in psicologia:


Nel 1994 nasce l'alleanza con Silvio Berlusconi che in quell'anno vince le elezioni politiche.


Dal novembre del 2004 al maggio del 2006 ricopre l'incarico di Ministro degli Affari Esteri.
Tra le sue principali iniziative legislative giunte alla definitiva approvazione delle Camere si ricordano la legge n. 189 del 2002, finalizzata al contrasto dell'immigrazione clandestina (cosiddetta legge Bossi-Fini), e la legge n. 49 del 2006 recante la modifica al Testo unico sugli stupefacenti contenente, in particolare, l'abolizione della distinzione tra droghe leggere e pesanti (cosiddetta legge Fini-Giovanardi).
Il 30 aprile del 2008 è eletto Presidente della Camera dei deputati.

nel nuovo partito di centrodestra del Popolo della Libertà, da lui fondato assieme a Silvio Berlusconi. In polemica con la linea politica di Silvio Berlusconi, dopo alcuni mesi di forti critiche al partito, aderisce al gruppo Futuro e Libertà per l'Italia (fondato il 30 luglio 2010 da alcuni parlamentari fuoriusciti dal Popolo della Libertà)

Il padre, Argenio Fini (Bologna, 1923 - Roma, 1998), detto Sergio, fu volontario della Repubblica Sociale Italiana

Il nome Gianfranco fu scelto per ricordare un cugino assassinato a vent'anni dai partigiani

Negli anni ottanta incontra Daniela Di Sotto, allora moglie di Sergio Mariani, amico e dirigente del partito. Mariani tenterà il suicidio poco dopo[1][2]. La signora Di Sotto si separa dal marito per unirsi a Fini.

In un primo tempo Fini si era proposto come difensore dei valori cattolici, pronunciandosi ad esempio nel febbraio 1999 contro la fecondazione eterologa.[37]
In seguito, pur avendo votato in parlamento a favore della legge 40 sui limiti alla procreazione assistita, annunciò di volerla modificare nel già ricordato referendum del 2005.[38] Soprattutto da quando è diventato Presidente della Camera dei Deputati, Fini si è espresso più volte in difesa della laicità dello Stato, spesso scontrandosi con esponenti del suo partito e con il governo stesso. Ad esempio, in merito alla Legge 40, ha spesso dichiarato il suo dissenso, parlando di "giustizia per le donne" quando la Consulta ha bocciato parte di questa legge, attirandosi molte critiche da parte di molti esponenti del centrodestra

Fini ha trovato tuttavia sostegno da parte di esponenti della Fondazione Farefuturo, costituita da ex-An. In particolare il segretario della Fondazione, il viceministro Adolfo Urso ha appoggiato il presidente della camera sulla necessità di rivedere il ddl Calabrò[43]. In proposito Fini ha dichiarato: «Non voglio fare nessuna crociata contro i cattolici, per i quali ho il massimo rispetto, ma chi dice che su queste questioni decide la Chiesa e non il Parlamento per me è un clericale».[40]

Nel dicembre 2006, Fini si dichiara a favore di un intervento legislativo per garantire uguali diritti alle coppie di fatto, anche omosessuali[45], dimostrando così di aver modificato le proprie opinioni rispetto a dichiarazioni del 1998 in cui negava agli omosessuali la possibilità di insegnare nelle scuole e l'equiparazione con le famiglie eterosessuali[46].


Fini esprime la proposta di concedere il diritto di voto, alle elezioni amministrative, agli immigrati regolari: "non avere la nazionalità italiana non può voler dire essere cittadini di serie B". La proposta viene accolta con favore da sinistra, ma assolutamente bloccata dai colleghi di governo della Lega Nord.[47].
Nel 2005 rilancia senza successo la proposta: «Quella proposta di legge non ce la farà a essere approvata in questa legislatura, ma io la ripresenterò nella prossima[48].

Successivamente, alla festa del PD Fini dichiara che il tema dell’immigrazione non va affrontato con un approccio emotivo: «Chi arriva in Italia è una persona. La distinzione tra regolare e clandestino non può essere la cartina al tornasole per orientare una politica», ma «attenzione a non cadere nell'eccesso contrario, nel pensare cioè che tutti coloro che arrivano in Italia abbiano la possibilità di farlo».[40]


L'integrazione, secondo Fini, non dev'essere una procedura burocratica, ma va legata ad alcuni requisiti come saper parlare l'italiano e conoscere la storia e la geografia del Paese.[51]
« Non contesto una politica all'insegna della legalità e del rigore, del controllo delle frontiere: il problema non è il rigore, ma accanto a questo serve un'altra politica altrettanto sentita all'insegna dell'integrazione. »

"rivale storico" all'interno del MSI-DNPino Rauti

durante la direzione nazionale del PdL, Fini tiene un discorso in cui ribadisce le sue posizioni critiche sulla politica del Pdl e rivendica il proprio diritto al dissenso, mantenendo al contempo il suo sostegno alla maggioranza di governo. Berlusconi risponde duramente al cofondatore del partito e lo invita a dimettersi dalla carica di presidente della Camera: viene così ufficializzata una frattura tra i due leader e la divisione del partito tra una maggioranza vicina a Berlusconi e una minoranza fedele a Fini[60][61], che crea Generazione Italia.

Oggetto della campagna è un alloggio di 45m² a Montecarlo lasciato in eredità dalla contessa Anna Maria Colleoni ad Alleanza Nazionale nel 1999. Tale alloggio, venduto dal partito nel 2008 ad una società off shore dell'isola Santa Lucia, per la cifra di euro 300.000[66][67][68], risulta affittato con regolare contratto all'imprenditore immobiliare Giancarlo Tulliani, fratello minore della compagna del Presidente Fini. Il 30 luglio viene presentata una denuncia da Storace e la Procura di Roma apre un fascicolo sulla vicenda, quale atto dovuto: l'indagine è contro ignoti[69]. Con una nota[70] diffusa dalla Presidenza della Camera e stilata in collaborazione con l'avvocato Giulia Bongiorno, l'8 agosto Fini offre la sua versione dei fatti,[71] ma la campagna di stampa continua con ulteriori smentite e la raccolta di testimonianze.[72]

Fini dichiarò in un comunicato video: «Se dovesse emergere che l'appartamento di Montecarlo appartiene a Giancarlo Tulliani lascerò la presidenza della Camera».


La richiesta è accolta dal presidente dei Gip del Tribunale di Roma che dispone l'archiviazione dell'inchiesta dato che nella vicenda non è ravvisabile alcun reato.





Per quanto riguarda il libro "Il futuro della libertà":

Europa, orizzonti globali e sovranazionali, abbattimento delle barriere geografiche e culturali, politica laica, esportazione degli ideali democratici. In poche parole: realizzazione di un mondo nuovo.

lettera aperta nella quale l’autore, a vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, si rivolge ai nati nell’89 con la proposta di un “patto generazionale” basato sull’impegno a costruire un domani di benessere e libertà condivisi.
“Se il sogno dei vostri nonni, usciti da una devastante guerra mondiale, fu la costruzione della democrazia e del benessere, se i vostri padri, pur tra tante contraddizioni e non senza eccessi, desiderarono il rinnovamento sociale e la giustizia, ritengo che il vostro sogno potrà essere quello della libertà: la libertà del XXI secolo, la libertà nuova, senza frontiere e senza barriere, la libertà di costruire in autonomia la vostra vita”.

il Presidente della Camera rivela la sua visione del futuro e indica ciò che per lui sarebbe assolutamente auspicabile per l’Italia e per l’Europa.

Questa libertà, dice il Presidente, presuppone un certo rischio e i giovani italiani, se veramente hanno il desiderio di migliorare la propria vita e quella degli altri, dovranno essere pronti ad affrontare un certo grado di incertezza ad esempio sul lavoro, che sarà più flessibile, o sulla previdenza, che dovrà essere integrata con fondi privati, attendendosi dallo stato, come contropartita, un grande impegno sull'istruzione, sulle infrastrutture, sulla lotta alla criminalità.
E poi il grande tema dell’immigrazione.

A questo nuovo tipo di società, o addirittura a questo “nuovo mondo” ideale, si opporrebbe una società della paura, formata da uomini un po’ retrogradi che rimpiangono il tempo che fu e che mirano solo a mantenere quello che hanno, sospettosi verso ogni innovazione e cambiamento.

Il Presidente della Camera infatti, non solo non chiarisce dove sta andando né perché ci sta andando, ma anche insinua nuovi dubbi e nuove domande.
Colpiscono, tra le altre cose, la definizione di “nazione” come “progetto che è sempre e non è mai”, sottintendendo che come oggi la nostra nazione si chiama Italia, un giorno potrebbe chiamarsi Europa; la volontà di esportazione della democrazia, che a qualcuno potrebbe sembrare concetto tutt’altro che scontato; le citazioni di Giovanni Paolo II, un po' tirato per la tonaca – se il Pontefice dice “aprite a Cristo i confini degli stati”, l’autore sottolinea solo “aprite i confini degli stati”, perdendo il senso della citazione.
Piacerebbe poi sapere - al di là di alcuni slogan a dire il vero un po' facili - cosa significhi precisamente "né assimilazione né Londonistan", parendo la sola alternativa la creazione di una società ibrida, stile americano, che non solo rischia di perdere la cultura di chi è immigrato, ma quella di chi l’immigrato lo accoglie.





Riguardo "L'inizio del buio":


Veltroni racconta in quindici capitoli le vite parallele di Alfredo Rampi e di Roberto Peci e ricostruisce le ore in cui il nostro paese ha cambiato per sempre il proprio rapporto con i mezzi dell’informazione attraverso il ricordo degli ultimi istanti di vita di quel bimbo di sei anni, finito trent’anni fa in un pozzo di Vermicino, e di Roberto Peci, fratello di un famoso brigatista pentito (Patrizio Peci) condannato a morte dalle Brigate rosse alla stessa ora, dello stesso giorno, dello stesso anno in cui Alfredino cadde in quel pozzo a pochi chilometri da Roma. E’ il 10 giugno del 1981 ed è in quelle ore che, secondo Veltroni, l’Italia si ritrova a fare i conti non solo con due indicibili tragedie ma anche con un fenomeno inedito per il pubblico italiano: un fenomeno il cui approfondimento è utile anche a spiegare come, quando e perché i nostri grandi mezzi di informazione sono diventati drammaticamente un po’ meno padroni delle proprie azioni e un po’ più vittime delle richieste del proprio pubblico. “Con il caso Alfredino e con il caso Peci per la prima volta le notizie travolgono il palinsesto: lo mandano all’aria, mettono fine a quel saggio equilibrio d’informazione, spettacolo, divulgazione, sport che aveva fatto della tv pubblica italiana un modello… Con Alfredino e con Peci – aggiunge Veltroni – la televisione travolge un’altra palizzata. Fa irruzione, armata della sua potenza, nella vita reale delle persone reali. Da quei giorni di giugno nessun diaframma resisterà alla pretesa del mezzo televisivo, sospinto dal crescente voyeurismo del pubblico, di entrare in ogni anfratto della vita individuale. Comincia con lo tsunami del giugno 1981, un’onda nera, una coltre di buio che porterà a Cogne, ad Avetrana, a Brembate”.

punto di vista interessante anche sulle origini di una rivoluzione culturale le cui tracce si possono scorgere anche trent’anni dopo i fatti descritti nel libro dell’ex sindaco di Roma. Il senso del ragionamento di Veltroni è che chi governa i mezzi di comunicazione con la logica del “cliente ha sempre ragione” non solo giustifica la divulgazione di qualsiasi notizia solo per il semplice fatto che quella notizia possa in qualche modo “tirare”, ma rischia anche di dare un contributo al processo di “postinizzazione” del ruolo del giornalista e alla sua lenta trasformazione non in un professionista capace di valutare con attenzione le notizie che si devono dare da quelle che si devono non dare ma in una specie di postino che si sente costretto a offrire al pubblico tutto quello che riceve nella famosa cassetta delle lettere. Su questo punto la critica di Veltroni sa essere spietata. “C’è stata una grande rivoluzione civile a partire dal 1968, una secolarizzazione culturale che progressivamente fa saltare ogni verticalità, compresa la funzione pedagogica della tv, quella che portava a selezionare, normalizzare, talvolta censurare in nome di un supremo e accettato interesse collettivo. Tutto questo stava finendo. Il pubblico sarà sempre più importante. I cittadini, in prospettiva, sempre meno”. Naturalmente in queste parole tra virgolette Veltroni si riferisce alle tragedie del 1981, ma non ci vuole molto a capire che trent’anni dopo e migliaia di cortocircuiti mediatici dopo quella “secolarizzazione culturale” descritta da Veltroni non sembra averne voluto sapere di fermarsi neppure per un attimo.



Queste le sue domande per "tutti": Lei pensa ci sia una qualche speranza per l’Italia di riprendersi dalla crisi?

Cosa ne pensa della nuova candidatura di Berlusconi?

Ha mai avuto momenti di insicurezza o debolezza in cui ha smesso di credere nelle proprie forze e nei propri valori?
Qual è stato e di che parlava il primo articolo che si ricorda di aver scritto per un giornale?

Cosa ne pensa del concetto di meritocrazia?

Pensa che nei discorsi dei politici attuali ci sia unicamente eristica o solo un po’ di retorica?

Lei pensa che oggi in politica la mafia partecipi in maniera consistente?

Pensa che lo stipendio dei politici sia meritato pienamente o che occorra fare dei tagli?

Nel giornalismo, come si fa ad enfatizzare un discorso senza renderlo né ridicolo né esagerato?


Domande per Veltroni: Nel suo libro “L’inizio del buio” denuncia implicitamente un fatto molto importante e certamente attuale: l’inizializzazione dell’abuso di informazioni da parte dei giornalisti e la vorace richiesta di notizie da parte dei cittadini. Lei pensa che questo buio continuerà negli anni a venire? C’è la possibilità di una fine? Quali sono le cause che hanno spinto l’Italia a modificare i suoi mezzi d’informazione di massa?

Pensa che il diploma nell'Istituto di stato per la Cinematografia e la Televisione abbia influito positivamente sulla sua carriera politica?

Nel 1992 è stato nominato direttore de L'Unità: era soddisfatto del proprio lavoro?

In un'intervista del settembre 2007 alla trasmissione televisiva Le invasioni barbariche, all'affermazione della conduttrice che a Treviso le strade sono più curate che a Roma, lei rispose: «Sì, ma per niente al mondo scambierei il concetto di integrazione che c'è a Treviso con quello che abbiamo a Roma»
Può spiegarci in maniera più dettagliata in cosa consiste questa differenza?

Pur essendo non-credente, da sindaco di Roma diede la cittadinanza onoraria a papa Giovanni Paolo II e propose di intitolargli, subito dopo la sua morte, la stazione Termini. Come mai lo ha fatto?

Potendo scegliere, tornerebbe ad essere sindaco di Roma? Cosa preferiva e cosa detestava di questa carica?

Le è piaciuto scrivere il suo libro? E’ stato difficile, ha chiesto aiuto a qualcuno?



Domande per Fini: Su quali valori si basa il partito “Futuro e Libertà per l’Italia” a cui ha aderito? Quali sono le principali differenze dal partito “Il popolo della Libertà”? Cosa lo a spinto a dividersi politicamente da Berlusconi?

Pensa che l’istruzione in psicologia (e la relativa laurea) lo abbia aiutato nei suoi discorsi lungo la carriera politica?

Teme che con l’integrazione razziale si perda la cultura del nostro popolo, o pensa che sia un possibile pilastro su cui basare l’economia? L’integrazione razziale è una cosa positiva o negativa?

Nel suo libro “Il Futuro della Libertà” scrive di un’Italia –o di un’Europa- dove gli immigrati avranno un ruolo sempre più importante e dove non ci sarà né una assimilazione, con conseguente perdita della cultura dell’immigrato, né la creazione di tante piccole “Londonistan”, ovvero di tanti piccoli o grandi ghetti che fanno storia a sé rispetto al resto del tessuto sociale. Ma come potrebbe essere possibile questo equilibrio, senza cadere negli estremi di assimilazione e di contrasto sociale?

Come pensa sia possibile la libertà di cui parla nel suo libro in un periodo in cui la gente addita gli stranieri come principale causa della crisi?





Okay, io invece vorrei aggiungere questi video: si tratta di interviste ai due autori riguardo i loro scritti.










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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyDom Lug 15, 2012 9:31 pm

January. ha scritto:
Allora, inserisco un po' del materiale che mi ha inviato Davide (questo è tutto lavoro suo).

Prima di tutto ecco ciò che ha trovato di interessante riguardo Veltroni.

. Sua madre, Ivanka Kotnik, era figlia dello sloveno Ciril Kotnik, ambasciatore del Regno di Jugoslavia presso la Santa Sede, che dopo l'armistizio del 1943 aiutò numerosi ebrei romani a scappare dalla persecuzione nazifascista[3]. Si avvicinò, come il padre, al mondo del cinema dopo la bocciatura in prima superiore, e successivamente maturò le prime esperienze politiche. Walter Veltroni ha conseguito nel 1973 il diploma di istruzione secondaria superiore rilasciato dall'Istituto di stato per la Cinematografia e la Televisione.
Ha cominciato a dedicarsi all'attività politica come segretario della cellula della Fgci, l'organizzazione giovanile del partito comunista

. Nel 1992, nonostante all'epoca fosse soltanto giornalista pubblicista, è stato nominato direttore de L'Unità, dove ha svolto la pratica che gli ha consentito di accedere agli esami da giornalista professionista, superati il 12 luglio 1995. Quando era direttore dell' Unità il giornale fu rilanciato con grandi novità: la pubblicazione in allegato di libri e videocassette per la prima volta con continuità tra i quotidiani italiani e la "divisione" del giornale in due dorsi, con "l'Unità due" che si occupava approfonditamente di cultura e società. Negli anni della sua direzione l'Unità ha riscosso un incremento di vendite passando dalle 117.000 copie del 1992 alle 151.000 del 1995.


. Si impegnò per i restauri e le riaperture di importanti monumenti nazionali come la Galleria Borghese, Palazzo Altemps e Palazzo Massimo a Roma, la reggia di Venaria in Piemonte. Varò il meccanismo di assegnazione delle risorse provenienti dalle estrazioni del Lotto per finanziare il restauro dei beni culturali, lanciò i musei aperti anche la sera.


I risultati ottenuti nella valorizzazione e nel recupero dei beni culturali gli sono stati riconosciuti in Francia, dove fu insignito, nel maggio 2000, della Legion d'Onore. Nel 2001 venne scelto dal centrosinistra come candidato a sindaco di Roma: Veltroni fu eletto con il 53% dei voti

Barack Obama[4], di cui è stato uno dei primi sostenitori fuori dagli Stati Uniti

Nel 2008 il Los Angeles Times ha riportato un articolo dove lo definisce "la controparte italiana di Obama"[6].


Pur essendo non-credente ("credo di non credere"), da sindaco di Roma diede la cittadinanza onoraria a papa Giovanni Paolo II e propose di intitolargli, subito dopo la sua morte, la stazione Termini.

Sette anni nei quali le sue Giunte hanno approvato il Piano regolatore che Roma attendeva da più di quarant'anni, realizzato il nuovo Auditorium, il call center “060606”, il primo Piano regolatore sociale che una grande città abbia mai avuto. Tra i dati forniti dall'amministrazione capitolina al termine del suo mandato ci sono i posti negli asili nido praticamente raddoppiati e il boom del turismo, con un numero di visitatori superiore a quello raggiunto nel Giubileo. Grande l'impegno per la cultura, con la “Notte Bianca”, i grandi concerti gratuiti, le iniziative di solidarietà in Africa e i viaggi della memoria ad Auschwitz. Veltroni recentemente ne ha tratto un bilancio: "Nel complesso a Roma si respirava, in quegli anni, un “clima” di apertura e di tolleranza, di solidarietà e di accoglienza, che nessuno che sia in buona fede può non ricordare".



Alcuni suoi provvedimenti e dichiarazioni in qualità di sindaco hanno suscitato perplessità e polemiche, tra gli altri: l'aver promosso la costruzione di un parcheggio multipiano interrato al Pincio, da molti giudicato incompatibile coi beni artistici di Roma

Veltroni presenta la sua candidatura come segretario del PD alle primarie del Partito Democratico il 27 giugno in un discorso al "Lingotto" di Torino, sottolineando i quattro temi chiave del nuovo partito: ambiente, patto generazionale, formazione, sicurezza


Veltroni è stato eletto segretario con il 75% dei consensi

A seguito della caduta del secondo governo Prodi, Veltroni ha annunciato che il Partito Democratico avrebbe corso da solo alle elezioni politiche


Per poter presentare la propria candidatura alle elezioni, in base alla legislazione vigente, Veltroni ha rassegnato le dimissioni da sindaco - nell'attesa delle nuove elezioni comunali. Alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008 il partito guidato da Veltroni ha ottenuto circa il 33% dei consensi, mentre la coalizione opposta lo ha superato di circa 5 punti.

il governo nazionale e lo stesso Alemanno hanno insieme reso nota l'esistenza di un grave indebitamento del Comune di Roma, ammontante a circa 8,1 miliardi di euro, che sarebbe stato ereditato dall'amministrazione veltroniana[11]. Veltroni ha respinto ogni accusa, dichiarando che il presunto buco di Roma sarebbe una bufala politica dato che il debito pubblico della città è cresciuto negli ultimi anni meno che nello Stato o in altre grandi città ed è comunque imputabile a mancati trasferimenti dalla Regione:"È inferiore, per fare un esempio, a quello di Milano", afferma il leader del PD[12]. La cifra citata da Alemanno è stata poi ridotta dall'agenzia di rating Standard & Poor's del 20% circa, a 6,9 miliardi di euro[13].

2009, a seguito della pesante sconfitta del PD nelle elezioni regionali in Sardegna, si è dimesso dall'incarico di segretario del PD, confermando l'irrevocabilità delle proprie dimissioni in un discorso del giorno successivo[14].

Nel febbraio 2010 tiene a battesimo la fondazione "Democratica", di cui diventa il primo presidente. Alle attività di questa fondazione, che Veltroni ha ribadito non essere una corrente del Partito Democratico, partecipano alcuni politici vicini all'ex sindaco di Roma


Quando fu eletto sindaco di Roma, Veltroni promosse attività culturali in collaborazione con le scuole; , inaugurò con gli studenti delle scuole romane una serie di viaggi in paesi dell'Africa volti a sensibilizzare gli studenti sul tema della povertà nel Terzo Mondo e per donare, con i soldi raccolti dagli studenti, nuove strutture, specialmente scuole, ai paesi visitati. Il primo viaggio, svoltosi nel 2004, ha avuto come meta ilMozambico, il secondo, del 2005, si è svolto in Ruanda, il terzo, del 2007, è stato in Malawi. Nel 2007 invece scrisse il soggetto di un corto per il programma ScreenSaver di Rai Tre che è stato sviluppato con i ragazzi della sua ex-scuola media. Nello stesso periodo, ha organizzato un ciclo di incontri sul tema "Che cos'è la politica".

Appassionato di pallacanestro e tifoso della Virtus Roma, il 7 novembre 2006 è stato nominato Presidente Onorario della Lega Basket. Ha inoltre appoggiato la costruzione di diversi nuovi impianti sportivi e la candidatura di Roma per iGiochi olimpici estivi - Sempre nel 2006 si è fatto promotore di CINEMA. Festa Internazionale di Roma, festival cinematografico della capitale

in più di un'occasione ha ammesso pubblicamente di non essere mai stato veramente comunista («Si poteva stare nel Pci senza essere comunisti. Era possibile, è stato così»)

La Stampa (1999) dichiarò «Comunismo e libertà sono stati incompatibili. Questa è la grande tragedia dopo Auschwitz». E ancora: «Io ero un ragazzo, allora, ma consideravo Brežnev un avversario, la sua dittatura un nemico da abbattere».

Secondo il libro di Michele De Lucia, "Il Baratto"[16], Walter Veltroni, come responsabile Comunicazioni di massa del PCI e seguendo la linea del partito all'epoca, avrebbe aiutato a ratificare nel 1985 il decreto di Craxi che permetteva a Silvio Berlusconi di aggirare la decisione di tre pretori del 16 ottobre 1984 di procedere al sequestro nelle loro regioni di competenza del sistema che permetteva la trasmissione simultanea nel Paese di tre canali televisivi. Questo in cambio, sempre secondo il libro, di Rai 3 al PCI

Ospite della trasmissione Che tempo che fa (8 gennaio 2006) Veltroni dichiarò che, in caso di rielezione a sindaco di Roma, avrebbe concluso la sua carriera politica alla fine del mandato nel 2011

a Treviso le strade sono più curate che a Roma, Veltroni rispose: «Sì, ma per niente al mondo scambierei il concetto di integrazione che c'è a Treviso con quello che abbiamo a Roma». Questa critica rivolta alla provincia veneta, prima in Italia nel 2006 in fatto di integrazione razziale secondo la Caritas[21], provocò reazioni bipartisan tra i politici locali

La scelta di Veltroni e della classe dirigente del Partito Democratico di non allearsi con l'area della sinistra radicale per le elezioni del 2008, è stata oggetto di critiche da parte della sinistra radicale stessa, che ha attribuito la responsabilità della propria scomparsa dal Parlamento

Eugenio Scalfari[27], secondo cui l'accusa contro Veltroni sarebbe «ai confini dell'assurdo». Lo stesso Romano Prodi

si disse favorevole alla linea politica di Veltroni di "correre da soli"[29]. A due giorni dal voto Prodi osservò come i responsabili principali della caduta del suo governo, i partiti della sinistra radicale e l'UDEUR, fossero rimasti spazzati via dalle elezioni e commentò il fatto con le parole «si dorme nel letto che si è preparato»

La linea politica, voluta e sostenuta da Veltroni, di dialogo con le forze di maggioranza anche su temi come la giustizia è stata spesso percepita all'interno della sinistra, e del partito stesso, come troppo debole: in particolare il movimento dei girotondini ha criticato la linea politica perseguita da Veltroni, accusata di essere eccessivamente accondiscendente con Berlusconi


Per questi motivi, è stato più volte definito da Beppe Grillo "il miglior alleato di Berlusconi"

Anche Giulietto Chiesa commentò l'esito delle elezioni evocando la fine della democrazia in Italia e attribuendone la principale responsabilità a Veltroni e ai banchieri italiani che ne avrebbero sostenuto la campagna elettorale

parte della responsabilità della caduta del suo governo anche alla decisione di Veltroni di sganciarsi dalle ali estreme della coalizione dell'Unione. Secondo Prodi quella decisione causò infatti un'accelerazione della crisi in corso.

La trasmissione ha riportato numeri e modalità con cui si sarebbe compiuto un vero e proprio "sacco urbanistico" ai danni della città, attraverso l'approvazione del nuovo Piano Regolatore, che ha permesso ai costruttori di edificare ben 70 milioni di metri cubi di cemento, per un consumo di territorio naturale di almeno 15 000 ettari (una superficie più grande di quella del comune di Napoli).





Riguardo il Fini laureato in psicologia:


Nel 1994 nasce l'alleanza con Silvio Berlusconi che in quell'anno vince le elezioni politiche.


Dal novembre del 2004 al maggio del 2006 ricopre l'incarico di Ministro degli Affari Esteri.
Tra le sue principali iniziative legislative giunte alla definitiva approvazione delle Camere si ricordano la legge n. 189 del 2002, finalizzata al contrasto dell'immigrazione clandestina (cosiddetta legge Bossi-Fini), e la legge n. 49 del 2006 recante la modifica al Testo unico sugli stupefacenti contenente, in particolare, l'abolizione della distinzione tra droghe leggere e pesanti (cosiddetta legge Fini-Giovanardi).
Il 30 aprile del 2008 è eletto Presidente della Camera dei deputati.

nel nuovo partito di centrodestra del Popolo della Libertà, da lui fondato assieme a Silvio Berlusconi. In polemica con la linea politica di Silvio Berlusconi, dopo alcuni mesi di forti critiche al partito, aderisce al gruppo Futuro e Libertà per l'Italia (fondato il 30 luglio 2010 da alcuni parlamentari fuoriusciti dal Popolo della Libertà)

Il padre, Argenio Fini (Bologna, 1923 - Roma, 1998), detto Sergio, fu volontario della Repubblica Sociale Italiana

Il nome Gianfranco fu scelto per ricordare un cugino assassinato a vent'anni dai partigiani

Negli anni ottanta incontra Daniela Di Sotto, allora moglie di Sergio Mariani, amico e dirigente del partito. Mariani tenterà il suicidio poco dopo[1][2]. La signora Di Sotto si separa dal marito per unirsi a Fini.

In un primo tempo Fini si era proposto come difensore dei valori cattolici, pronunciandosi ad esempio nel febbraio 1999 contro la fecondazione eterologa.[37]
In seguito, pur avendo votato in parlamento a favore della legge 40 sui limiti alla procreazione assistita, annunciò di volerla modificare nel già ricordato referendum del 2005.[38] Soprattutto da quando è diventato Presidente della Camera dei Deputati, Fini si è espresso più volte in difesa della laicità dello Stato, spesso scontrandosi con esponenti del suo partito e con il governo stesso. Ad esempio, in merito alla Legge 40, ha spesso dichiarato il suo dissenso, parlando di "giustizia per le donne" quando la Consulta ha bocciato parte di questa legge, attirandosi molte critiche da parte di molti esponenti del centrodestra

Fini ha trovato tuttavia sostegno da parte di esponenti della Fondazione Farefuturo, costituita da ex-An. In particolare il segretario della Fondazione, il viceministro Adolfo Urso ha appoggiato il presidente della camera sulla necessità di rivedere il ddl Calabrò[43]. In proposito Fini ha dichiarato: «Non voglio fare nessuna crociata contro i cattolici, per i quali ho il massimo rispetto, ma chi dice che su queste questioni decide la Chiesa e non il Parlamento per me è un clericale».[40]

Nel dicembre 2006, Fini si dichiara a favore di un intervento legislativo per garantire uguali diritti alle coppie di fatto, anche omosessuali[45], dimostrando così di aver modificato le proprie opinioni rispetto a dichiarazioni del 1998 in cui negava agli omosessuali la possibilità di insegnare nelle scuole e l'equiparazione con le famiglie eterosessuali[46].


Fini esprime la proposta di concedere il diritto di voto, alle elezioni amministrative, agli immigrati regolari: "non avere la nazionalità italiana non può voler dire essere cittadini di serie B". La proposta viene accolta con favore da sinistra, ma assolutamente bloccata dai colleghi di governo della Lega Nord.[47].
Nel 2005 rilancia senza successo la proposta: «Quella proposta di legge non ce la farà a essere approvata in questa legislatura, ma io la ripresenterò nella prossima[48].

Successivamente, alla festa del PD Fini dichiara che il tema dell’immigrazione non va affrontato con un approccio emotivo: «Chi arriva in Italia è una persona. La distinzione tra regolare e clandestino non può essere la cartina al tornasole per orientare una politica», ma «attenzione a non cadere nell'eccesso contrario, nel pensare cioè che tutti coloro che arrivano in Italia abbiano la possibilità di farlo».[40]


L'integrazione, secondo Fini, non dev'essere una procedura burocratica, ma va legata ad alcuni requisiti come saper parlare l'italiano e conoscere la storia e la geografia del Paese.[51]
« Non contesto una politica all'insegna della legalità e del rigore, del controllo delle frontiere: il problema non è il rigore, ma accanto a questo serve un'altra politica altrettanto sentita all'insegna dell'integrazione. »

"rivale storico" all'interno del MSI-DNPino Rauti

durante la direzione nazionale del PdL, Fini tiene un discorso in cui ribadisce le sue posizioni critiche sulla politica del Pdl e rivendica il proprio diritto al dissenso, mantenendo al contempo il suo sostegno alla maggioranza di governo. Berlusconi risponde duramente al cofondatore del partito e lo invita a dimettersi dalla carica di presidente della Camera: viene così ufficializzata una frattura tra i due leader e la divisione del partito tra una maggioranza vicina a Berlusconi e una minoranza fedele a Fini[60][61], che crea Generazione Italia.

Oggetto della campagna è un alloggio di 45m² a Montecarlo lasciato in eredità dalla contessa Anna Maria Colleoni ad Alleanza Nazionale nel 1999. Tale alloggio, venduto dal partito nel 2008 ad una società off shore dell'isola Santa Lucia, per la cifra di euro 300.000[66][67][68], risulta affittato con regolare contratto all'imprenditore immobiliare Giancarlo Tulliani, fratello minore della compagna del Presidente Fini. Il 30 luglio viene presentata una denuncia da Storace e la Procura di Roma apre un fascicolo sulla vicenda, quale atto dovuto: l'indagine è contro ignoti[69]. Con una nota[70] diffusa dalla Presidenza della Camera e stilata in collaborazione con l'avvocato Giulia Bongiorno, l'8 agosto Fini offre la sua versione dei fatti,[71] ma la campagna di stampa continua con ulteriori smentite e la raccolta di testimonianze.[72]

Fini dichiarò in un comunicato video: «Se dovesse emergere che l'appartamento di Montecarlo appartiene a Giancarlo Tulliani lascerò la presidenza della Camera».


La richiesta è accolta dal presidente dei Gip del Tribunale di Roma che dispone l'archiviazione dell'inchiesta dato che nella vicenda non è ravvisabile alcun reato.





Per quanto riguarda il libro "Il futuro della libertà":

Europa, orizzonti globali e sovranazionali, abbattimento delle barriere geografiche e culturali, politica laica, esportazione degli ideali democratici. In poche parole: realizzazione di un mondo nuovo.

lettera aperta nella quale l’autore, a vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, si rivolge ai nati nell’89 con la proposta di un “patto generazionale” basato sull’impegno a costruire un domani di benessere e libertà condivisi.
“Se il sogno dei vostri nonni, usciti da una devastante guerra mondiale, fu la costruzione della democrazia e del benessere, se i vostri padri, pur tra tante contraddizioni e non senza eccessi, desiderarono il rinnovamento sociale e la giustizia, ritengo che il vostro sogno potrà essere quello della libertà: la libertà del XXI secolo, la libertà nuova, senza frontiere e senza barriere, la libertà di costruire in autonomia la vostra vita”.

il Presidente della Camera rivela la sua visione del futuro e indica ciò che per lui sarebbe assolutamente auspicabile per l’Italia e per l’Europa.

Questa libertà, dice il Presidente, presuppone un certo rischio e i giovani italiani, se veramente hanno il desiderio di migliorare la propria vita e quella degli altri, dovranno essere pronti ad affrontare un certo grado di incertezza ad esempio sul lavoro, che sarà più flessibile, o sulla previdenza, che dovrà essere integrata con fondi privati, attendendosi dallo stato, come contropartita, un grande impegno sull'istruzione, sulle infrastrutture, sulla lotta alla criminalità.
E poi il grande tema dell’immigrazione.

A questo nuovo tipo di società, o addirittura a questo “nuovo mondo” ideale, si opporrebbe una società della paura, formata da uomini un po’ retrogradi che rimpiangono il tempo che fu e che mirano solo a mantenere quello che hanno, sospettosi verso ogni innovazione e cambiamento.

Il Presidente della Camera infatti, non solo non chiarisce dove sta andando né perché ci sta andando, ma anche insinua nuovi dubbi e nuove domande.
Colpiscono, tra le altre cose, la definizione di “nazione” come “progetto che è sempre e non è mai”, sottintendendo che come oggi la nostra nazione si chiama Italia, un giorno potrebbe chiamarsi Europa; la volontà di esportazione della democrazia, che a qualcuno potrebbe sembrare concetto tutt’altro che scontato; le citazioni di Giovanni Paolo II, un po' tirato per la tonaca – se il Pontefice dice “aprite a Cristo i confini degli stati”, l’autore sottolinea solo “aprite i confini degli stati”, perdendo il senso della citazione.
Piacerebbe poi sapere - al di là di alcuni slogan a dire il vero un po' facili - cosa significhi precisamente "né assimilazione né Londonistan", parendo la sola alternativa la creazione di una società ibrida, stile americano, che non solo rischia di perdere la cultura di chi è immigrato, ma quella di chi l’immigrato lo accoglie.





Riguardo "L'inizio del buio":


Veltroni racconta in quindici capitoli le vite parallele di Alfredo Rampi e di Roberto Peci e ricostruisce le ore in cui il nostro paese ha cambiato per sempre il proprio rapporto con i mezzi dell’informazione attraverso il ricordo degli ultimi istanti di vita di quel bimbo di sei anni, finito trent’anni fa in un pozzo di Vermicino, e di Roberto Peci, fratello di un famoso brigatista pentito (Patrizio Peci) condannato a morte dalle Brigate rosse alla stessa ora, dello stesso giorno, dello stesso anno in cui Alfredino cadde in quel pozzo a pochi chilometri da Roma. E’ il 10 giugno del 1981 ed è in quelle ore che, secondo Veltroni, l’Italia si ritrova a fare i conti non solo con due indicibili tragedie ma anche con un fenomeno inedito per il pubblico italiano: un fenomeno il cui approfondimento è utile anche a spiegare come, quando e perché i nostri grandi mezzi di informazione sono diventati drammaticamente un po’ meno padroni delle proprie azioni e un po’ più vittime delle richieste del proprio pubblico. “Con il caso Alfredino e con il caso Peci per la prima volta le notizie travolgono il palinsesto: lo mandano all’aria, mettono fine a quel saggio equilibrio d’informazione, spettacolo, divulgazione, sport che aveva fatto della tv pubblica italiana un modello… Con Alfredino e con Peci – aggiunge Veltroni – la televisione travolge un’altra palizzata. Fa irruzione, armata della sua potenza, nella vita reale delle persone reali. Da quei giorni di giugno nessun diaframma resisterà alla pretesa del mezzo televisivo, sospinto dal crescente voyeurismo del pubblico, di entrare in ogni anfratto della vita individuale. Comincia con lo tsunami del giugno 1981, un’onda nera, una coltre di buio che porterà a Cogne, ad Avetrana, a Brembate”.

punto di vista interessante anche sulle origini di una rivoluzione culturale le cui tracce si possono scorgere anche trent’anni dopo i fatti descritti nel libro dell’ex sindaco di Roma. Il senso del ragionamento di Veltroni è che chi governa i mezzi di comunicazione con la logica del “cliente ha sempre ragione” non solo giustifica la divulgazione di qualsiasi notizia solo per il semplice fatto che quella notizia possa in qualche modo “tirare”, ma rischia anche di dare un contributo al processo di “postinizzazione” del ruolo del giornalista e alla sua lenta trasformazione non in un professionista capace di valutare con attenzione le notizie che si devono dare da quelle che si devono non dare ma in una specie di postino che si sente costretto a offrire al pubblico tutto quello che riceve nella famosa cassetta delle lettere. Su questo punto la critica di Veltroni sa essere spietata. “C’è stata una grande rivoluzione civile a partire dal 1968, una secolarizzazione culturale che progressivamente fa saltare ogni verticalità, compresa la funzione pedagogica della tv, quella che portava a selezionare, normalizzare, talvolta censurare in nome di un supremo e accettato interesse collettivo. Tutto questo stava finendo. Il pubblico sarà sempre più importante. I cittadini, in prospettiva, sempre meno”. Naturalmente in queste parole tra virgolette Veltroni si riferisce alle tragedie del 1981, ma non ci vuole molto a capire che trent’anni dopo e migliaia di cortocircuiti mediatici dopo quella “secolarizzazione culturale” descritta da Veltroni non sembra averne voluto sapere di fermarsi neppure per un attimo.



Queste le sue domande per "tutti": Lei pensa ci sia una qualche speranza per l’Italia di riprendersi dalla crisi?

Cosa ne pensa della nuova candidatura di Berlusconi?

Ha mai avuto momenti di insicurezza o debolezza in cui ha smesso di credere nelle proprie forze e nei propri valori?
Qual è stato e di che parlava il primo articolo che si ricorda di aver scritto per un giornale?

Cosa ne pensa del concetto di meritocrazia?

Pensa che nei discorsi dei politici attuali ci sia unicamente eristica o solo un po’ di retorica?

Lei pensa che oggi in politica la mafia partecipi in maniera consistente?

Pensa che lo stipendio dei politici sia meritato pienamente o che occorra fare dei tagli?

Nel giornalismo, come si fa ad enfatizzare un discorso senza renderlo né ridicolo né esagerato?


Domande per Veltroni: Nel suo libro “L’inizio del buio” denuncia implicitamente un fatto molto importante e certamente attuale: l’inizializzazione dell’abuso di informazioni da parte dei giornalisti e la vorace richiesta di notizie da parte dei cittadini. Lei pensa che questo buio continuerà negli anni a venire? C’è la possibilità di una fine? Quali sono le cause che hanno spinto l’Italia a modificare i suoi mezzi d’informazione di massa?

Pensa che il diploma nell'Istituto di stato per la Cinematografia e la Televisione abbia influito positivamente sulla sua carriera politica?

Nel 1992 è stato nominato direttore de L'Unità: era soddisfatto del proprio lavoro?

In un'intervista del settembre 2007 alla trasmissione televisiva Le invasioni barbariche, all'affermazione della conduttrice che a Treviso le strade sono più curate che a Roma, lei rispose: «Sì, ma per niente al mondo scambierei il concetto di integrazione che c'è a Treviso con quello che abbiamo a Roma»
Può spiegarci in maniera più dettagliata in cosa consiste questa differenza?

Pur essendo non-credente, da sindaco di Roma diede la cittadinanza onoraria a papa Giovanni Paolo II e propose di intitolargli, subito dopo la sua morte, la stazione Termini. Come mai lo ha fatto?

Potendo scegliere, tornerebbe ad essere sindaco di Roma? Cosa preferiva e cosa detestava di questa carica?

Le è piaciuto scrivere il suo libro? E’ stato difficile, ha chiesto aiuto a qualcuno?



Domande per Fini: Su quali valori si basa il partito “Futuro e Libertà per l’Italia” a cui ha aderito? Quali sono le principali differenze dal partito “Il popolo della Libertà”? Cosa lo a spinto a dividersi politicamente da Berlusconi?

Pensa che l’istruzione in psicologia (e la relativa laurea) lo abbia aiutato nei suoi discorsi lungo la carriera politica?

Teme che con l’integrazione razziale si perda la cultura del nostro popolo, o pensa che sia un possibile pilastro su cui basare l’economia? L’integrazione razziale è una cosa positiva o negativa?

Nel suo libro “Il Futuro della Libertà” scrive di un’Italia –o di un’Europa- dove gli immigrati avranno un ruolo sempre più importante e dove non ci sarà né una assimilazione, con conseguente perdita della cultura dell’immigrato, né la creazione di tante piccole “Londonistan”, ovvero di tanti piccoli o grandi ghetti che fanno storia a sé rispetto al resto del tessuto sociale. Ma come potrebbe essere possibile questo equilibrio, senza cadere negli estremi di assimilazione e di contrasto sociale?

Come pensa sia possibile la libertà di cui parla nel suo libro in un periodo in cui la gente addita gli stranieri come principale causa della crisi?





Okay, io invece vorrei aggiungere questi video: si tratta di interviste ai due autori riguardo i loro scritti.











Aggiorno il post con le domande proposte da Davide, ma io eviterei le domande messe in grassetto, dato che gli ospiti hanno accettato l'invito proprio a patto che non si parli di politica.[b]
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January.viscrive:)

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MessaggioTitolo: Re: Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia   Mercoledì 18 luglio. Responsabili: Iorfida Antongiulio, Angelini Alessia, Lunerti Davide, Di Rienzo Giulia EmptyDom Lug 15, 2012 10:19 pm

Nel video di Fini, nonostante l'audio sia disturbato, si sente 'questi ragazzi guardano al futuro più prossimo [...] sapendo già che tra una decina d'anni potrebbero stare peggio di ora'. (Non ho riportato le parole esatte)

Domanda: sono in grado i giovani, da soli, di cambiare la situazione, a suo parere? Hanno bisogno di un aiuto 'esterno' o hanno in mano tutto ciò di cui hanno bisogno? (vedi studio, speranza, forza di volontà e/o altro, che poi di concreto spesso hanno ben poco...)

per Andreaviricorda: in qualità di tutor, fai come credi, io mi sono limitata a riportare il materiale di Davide ^^
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